Il conflitto
Guerra Israele–Hamas, l’esercito avanza a Khan Younis. Accerchiata la casa di Yahya Sinwar
La guerra contro Hamas si concentra ora su Khan Younis. Le forze armate dello Stato ebraico sono entrate nella più importante città del sud della Striscia di Gaza per mettere in atto quella che è la “terza fase” dell’invasione. Ieri le notizie giunte dal sud dell’exclave palestinese hanno riferito che le unità delle Israel defense forces avevano accerchiato anche la casa del leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, figura di spicco dell’organizzazione islamista. E questo sviluppo dell’offensiva è stato confermato, come riportato dall’israeliano Channel 12, anche dal primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha detto che le Tsahal avevano effettivamente circondato l’abitazione del leader di Hamas e che “è solo questione di tempo prima che lo prendiamo”.
Le IDF a sud della Striscia
Mentre a sud prosegue l’offensiva di terra e i jet dell’aviazione israeliana conducono raid in tutta la Striscia, a nord le Idf continuano nelle loro operazioni di smantellamento della rete di Hamas. Ieri le forze armate israeliane hanno annunciato di avere scoperto nella zona settentrionale della regione palestinese uno dei più grandi depositi di armi in mano alle milizie, e che questo arsenale era vicino a una scuola e un ospedale. “L’intera infrastruttura del terrore si trovava accanto a edifici residenziali nel cuore della popolazione civile”, hanno dichiarato dallo Stato ebraico, segnalando come questo rappresenti ancora una volta un esempio “dell’uso cinico degli abitanti di Gaza come scudi umani da parte di Hamas”.
La preoccupazione per gli abitanti di Gaza city e di tutta la Striscia è stata ribadita, ancora una volta, anche dall’amministrazione Usa. Washington è al fianco della guerra di Israele contro Hamas e, come ha sottolineato John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, gli Stati Uniti “continuano a non sostenere un cessate il fuoco permanente”, confermando perciò l’impossibilità di far tacere le armi in assenza di una chiara sconfitta della rete terroristica.
Aumentate le forniture
Inoltre ieri sono usciti i dati sull’aiuto bellico di Washington alle forze armate israeliane, con i numeri che parlano di circa 10mila tonnellate di equipaggiamento militare e 200 aerei cargo che hanno fatto arrivare nel territorio dello Stato ebraico mezzi, attrezzature e munizioni. Tuttavia l’aiuto è andato anche parallelo a diversi avvertimenti fatti dall’amministrazione Biden sul modo in cui deve essere condotta la guerra. E questo è stato certificato anche dal forte impegno Usa riguardo l’attenzione da prestare alla sorte degli ostaggi (cui Israele chiede che la Croce Rossa possa avere accesso), dei civili della Striscia di Gaza, così come riguardo il rischio di violenze in Cisgiordania che coinvolgano i coloni israeliani. L’eccessivo numero di vittime e l’accensione di più fronti di guerra è da sempre in cima alle preoccupazioni di Biden per la sua strategia regionale.
E anche se sembra più lontano lo spettro di un coinvolgimento diretto di forze esterne, i segnali di tensione non mancano, né a est né a nord.
Razzi e houthi yemeniti
Nelle scorse ore le Idf hanno annunciato la scoperta degli imbocchi di due tunnel a Jenin, teatro di una delle più importanti operazioni delle forze di sicurezza israeliane in Cisgiordania. E a proposito della regione retta dell’Autorità nazionale palestinese, ieri Netanyahu ha chiarito sul social X che non intende lasciare che la Striscia di Gaza passi in futuro sotto il controllo dell’Anp. Sul fronte nord, invece, continuano gli scambi di missili tra le milizie presenti in Libano e le unità delle forze armate di Israele. Ieri è stato di nuovo condotto un raid nel sud del Paese dei cedri contro le postazioni degli sciiti di Hezbollah, che hanno più volte lanciato razzi contro basi e centri abitati israeliani. E mentre i razzi continuano a essere lanciati anche dalla Striscia di Gaza, ieri sono tornati a colpire anche gli houthi yemeniti. Un missile diretto contro la città di Eilat è stato intercettato dai sistemi israeliani sul Mar Rosso, mentre un drone avrebbe colpito una nave britannica.
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