Arrestato estremista di destra
Guerriglia a Parigi dopo la sparatoria, scontri tra comunità curda e polizia: incendi e barricate
Dopo i momenti di panico nelle vie del cuore di Parigi, le stesse vie si sono trasformate in scenario di guerriglia. Tutto è successo una manciata di ore. William M., 69enne francese ha sparato contro il centro culturale curdo Ahmet-Kayat in rue d’Enghien, nel X arrondissement di Parigi provocando tre morti e quattro feriti di cui uno grave. Subito dopo l’arrivo del ministro in rue d’Enghien, nel pomeriggio, sono iniziati i tafferugli tra i residenti curdi del quartiere e gli agenti di polizia, con lancio di pietre da parte dei contestatori e lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine.
Nella zona i membri della comunità curda si sono riuniti per gridare la loro rabbia. Una parte della manifestazione spontanea è degenerata in scontri con la polizia che sta lanciando lacrimogeni. L’uomo che ha aperto il fuoco stamattina nel 10° arrondissement di Parigi “voleva ovviamente attaccare gli stranieri”. Lo ha detto il ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, giunto sul luogo della sparatoria a Parigi. “Non è certo che il killer che voleva uccidere queste persone lo abbia fatto specificamente per i curdi. Ovviamente voleva prendere di mira gli stranieri”, ha detto Darmanin. “Non è certo che questa persona avesse un qualsiasi impegno politico, anche se le sue motivazioni erano chiaramente un attacco agli stranieri”, ha detto ancora Darmanin, concludendo che “questo sarà verificato dall’indagine giudiziaria”. Nel tardo pomeriggio è emerso che le tre vittime della sparatoria di oggi nel centro di Parigi erano “tutti membri militanti del Consiglio democratico curdo (Cdkf) di Francia”: è quanto afferma BFM-TV, precisando che lo stesso Cdkf denuncia “un attentato terroristico”. Sempre secondo fonti citate dalla prima rete all news di Francia, tra le persone uccise ci sono una donna e due uomini. Quanto ai feriti, sono tre uomini di cui uno in condizioni gravi. Si ignora, al momento, la nazionalità delle vittime.
“I curdi di Francia sono stati l’obiettivo di un odioso attacco nel cuore di Parigi. Pensieri alle vittime e alle persone che lottano per la vita, alle loro famiglie e ai loro cari. Riconoscenza alle nostre forze dell’ordine per il loro coraggio e il loro sangue freddo”: lo scrive in un tweet il presidente francese, Emmanuel Macron.
I manifestanti, che probabilmente non sono rimasti soddisfatti dalle parole del ministro e non si sentono protetti, hanno cantato canzoni di solidarietà curde e contro la Turchia. La protesta per chiedere protezione per la comunità curda era cominciata in modo pacifico, ma è degenerata in scontri violenti con lancio di oggetti. Roghi in strada, auto danneggiate e fischi. Non è chiaro quale sia il motivo degli scontri. Le strade si sono presto riempite di barricate e montagne di oggetti a cui è stato dato fuoco. Molte le macchine distrutte.
Alcuni membri della comunità curda urlano slogan contro il governo della Turchia. Dei bidoni della spazzatura sono stati dati alle fiamme. Stasera Darmanin terrà una riunione speciale per valutare le minacce sulla comunità curda in Francia. Membri sotto shock della comunità curda a Parigi hanno riferito che erano stati recentemente avvertiti dalla polizia di minacce su obiettivi curdi e hanno chiesto giustizia a seguito della sparatoria. Poco dopo la sparatoria, mentre la responsabile del 10° arrondissement Alexandra Cordebard aggiornava i giornalisti e riferiva che gli spari erano avvenuti in prossimità di un centro culturale curdo, di un ristorante e un negozio di parrucchiere, sullo sfondo si sentiva una folla che cantava ‘Erdogan terrorisita’, in riferimento al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, e ‘Stato turco assassino’.
Nel quartiere del Fabourg Saint-Denis -a un centinaio di metri dalla rue d’Enghien, la zona dalla sparatoria di questa mattina sono arrivate pattuglie in tenuta antisommossa a rafforzare le forze di polizia in azione per sedare le proteste scoppiate dopo l’arrivo nel quartiere del ministro dell’Intero, Gérald Darmanin. Secondo diversi testimoni sul posto, la tensione è scoppiata dopo che la polizia ha fatto allontanare la folla, per consentire l’accesso di Darmanin nella zona del crimine. La folla è entrata in contatto con il cordone di sicurezza eretto intorno all’esponente governativo. La tensione è salita alle stelle, con lancio di lacrimogeni da parte della polizia mentre i manifestanti hanno lanciato oggetti contro gli agenti, bruciato cestini e un albero di Natale, eretto barricate in strada. Secondo BFM-TV, durante le proteste, è stata anche presa di mira un’auto della polizia, con il parabrezza distrutto da un palo in ferro. La zona centralissima di Parigi è completamente blindata mentre i militanti pro-curdi continuano ad intonare cori, fischi e slogan di protesta tra i roghi appiccati in strada.
Almeno cinque agenti francesi sono rimasti feriti durante i violenti scontri con i manifestanti nel quartiere del Faubourg Saint-Denis, nel cuore di Parigi, nei dintorni del luogo della sparatoria di questa mattina contro la comunità curda: è quanto riferiscono fonti della polizia citate da Bfmtv. Nella zona la tensione resta altissima, con gli agenti in tenuta antisommossa che cercano di disperdere i manifestanti tra cariche e gas lacrimogeni dopo la visita sul posto del ministro dell’Interno, Gérald Darmanin. I manifestanti accusano lo Stato di non aver sufficientemente protetto la comunità curda e di aver lasciato a piede libero l’uomo di 69 anni che questa mattina ha ucciso tre persone dinanzi al centro culturale curdo.
Un’altra manifestazione è stata convocata dai curdi per domani. «A seguito dell’attacco terroristico alla nostra sede oggi, in tarda mattinata, in cui sono stati uccisi tre attivisti curdi, chiediamo una grande manifestazione domani, sabato, alle 12, in Place de la République/Parigi». Lo scrive su Twitter l’organizzazione curda Conseil Démocratique Kurde en France (CDKF).
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