Dopo 22 giorni di prigionia, è stato rilasciato Giovanni Calì, l’ingegnere italiano di 74 anni, originario di Catania, sequestrato ad Haiti da una banda di criminali comuni. Ad annunciarlo è la Farnesina che in una nota ricorda che “il nostro connazionale era stato prelevato presso il cantiere dove lavorava da un gruppo criminale locale.

La liberazione, dopo soli 22 giorni, è stata possibile grazie al lavoro quotidiano della nostra intelligence e dell’Unita’ di Crisi della Farnesina, che ha mantenuto giorno dopo giorno i contatti con la famiglia in Sicilia”, si legge.

“Grazie alla nostra intelligence e all’Unità di Crisi del ministero degli Esteri”, ha commentato il titolare del Dicastero Luigi di Maio, in un tweet pubblicato in piena notte. Calì era ad Haiti per conto della ditta di costruzioni Bonifica Spa, con sede a Roma, e si stava occupando della costruzione di una strada. Sin dal primo momento gli inquirenti seguirono la pista del rapimento a scopo di riscatto, una attività illecita molto diffusa nel Paese, basti pensare che nel 2020 sono stait ben 243 i sequestri a scopo estorsivo.

In particolare si pensò alla gang 400 Mawozo, già responsabile, secondo le forze dell’ordine di Haiti, del rapimento di sette religiosi cattolici a Port-au-Prince. L’ipotesi della richiesta di riscatto era di circa 500mila dollari. Al momento non sono chiari i dettagli del rilascio di Calì.

 

Redazione

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