Oggi Mama Africa sposta un po’ il suo raggio d’azione e partendo dal continente africano arriva in un paese dell’America centrale che ha un profondo legame con l’Africa. Il primo ministro di Haiti si è infatti recato pochi giorni fa in Kenya per incontrare il presidente William Ruto e chiedere l’invio di soldati kenyoti per ristabilire l’ordine nel paese caraibico. L’accordo prevede l’invio di 1000 agenti di polizia insieme ad un contingente composto da militari di Bangladesh, Bahamas, Ciad e Benin, ma si prevedono tempi lunghi per l’arrivo ad Haiti di questa forza multinazionale.

L’isola dei Caraibi da anni versa in una situazione drammatica con le gang criminali che sono ormai padrone del paese. La capitale Port-au- Prince è in mano a queste bande che si sono divise i quartieri dove gestiscono il territorio con il governo da tempo completamente impotente. Nei giorni scorsi la più importante di queste bande criminali guidata da Jimmy Cherizier, detto Barbecue, ha assaltato due carceri per organizzare l’evasione di alcuni suoi fedeli che erano stati arrestati. Grazie ad un attacco in grande stile con l’uso di droni esplosivi sono fuggiti quasi 4000 detenuti e una dozzina di persone sono rimaste uccise. Il governo del premier Henry ha dichiarato lo Stato d’Emergenza e imposto un coprifuoco notturno. Le cancellerie internazionali hanno esortato i propri cittadini a partire immediatamente da Haiti perché il paese è fuori controllo e la polizia è talmente spaventata che non esce nemmeno dalle caserme.

Proprio due commissariati erano stati i primi ad essere presi d’assalto dalle gang che avevano poi cominciato a sparare per le strade prima di dirigersi all’aeroporto dove hanno colpito tre aerei provocando la chiusura dello scalo internazionale. Nell’estate del 2021 il premier Jovenel Moise era stato assassinato nella sua residenza da un gruppo di mercenari colombiani poi arrestati e da allora le cose sono andate sempre peggio. La storia moderna di Haiti parte da una gloriosa rivoluzione, che sull’eco di quella francese, aveva portato all’abolizione della schiavitù e poi all’indipendenza dalla Francia, uno dei primi stati dei Caraibi ad emanciparsi. Da allora iniziò una grande instabilità che un secolo dopo portò gli Stati Uniti ad occupare il paese dal 1915 al 1934.

Il dopo-guerra haitiano vide l’affermazione della dittatura dei Duvalier, padre e figlio, che tennero il paese nel terrore per un trentennio. All’inizio degli anni ’90 un nuovo colpo di stato rovesciò la fragile democrazia dell’isola, costringendo gli Stati Uniti ad intervenire di nuovo. Da allora Haiti è scivolato verso il caos ed il terremoto del 2010 che provocò più di 200milavittime mise la parola fine all’economia isolana. Nel 2017 l’elezione di Jovenel Moise sembrava dare una nuova speranza, ma aumentò soltanto la corruzione ed il nuovo presidente iniziò a governare per decreti scavalcando il parlamento che ne dichiarava scaduto il mandato nel febbraio del 2021. Moise rimase invece in carica sostenendo di aver sventato un colpo di stato ai suoi danni, scatenando la repressione fino al suo assassini nel luglio del 2021. La forza della criminalità organizzata e dei narcotrafficanti, già molto potenti nel paese, da allora è cresciuta in maniera esponenziale ed oggi sono i veri padroni di Haiti. Senza un corposo intervento internazionale delle Nazioni Unite il paese dei Caraibi rischia di diventare un inferno per il suo popolo che lotta ogni giorno per la sopravvivenza.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi