I campionati europei temporeggiano, solo la Ligue 1 ha deciso: il punto della situazione

PSG's Kylian Mbappe, right, celebrates after scoring his side 6th goal, as Saint Etienne's goal keeper Jessy Moulin, left, looks on, during the French League Cup quarter final soccer match between Paris Saint Germain and Saint Etienne at the Parc des Princes stadium in Paris, Wednesday, Jan. 8, 2020. (AP Photo/Thibault Camus)

La Ligue 1 francese è chiusa. Il titolo è andato al Paris Saint Germain. Il premier Eduard Philippe aveva dichiarato davanti all’Assemblea Nazionale che “la stagione sportiva professionista 2019-2020 non potrà riprendere”. E così la Lega francese ha assegnato il titolo al Psg, prima con 12 punti di distacco sulla seconda, l’Olimpique Marsiglia, alla 28esima giornata. Una decisione che ha scatenato una bufera di polemiche. Ma mentre la Francia ha compiuto il passo più deciso sul tema sportivo, le federazioni e i governi degli altri principali campionati europei ancora non hanno fatto la loro scelta o avanzano con prudenza.

La Liga spagnola si prepara alla cosiddetta fase 0: lunedì i professionisti potranno cominciare ad allenarsi individualmente e si sottoporranno ai tamponi. Non è stato ancora reso pubblico il protocollo approvato dal Consiglio Superiore degli Sport. “La riduzione delle restrizioni sarà graduale, asimmetrica e coordinata – ha dichiarato il premier Pedro Sanchez – Si partirà dalla fase 0 che prevede l’apertura di alcune piccole attività, come ad esempio i ristoranti per cibo da asporto, mentre gli atleti professionisti potranno allenarsi individualmente”. A questa seguirà una fase 1, un livello intermedio, pur rispettando sempre il metro di distanza. Gli allenamenti in gruppo seguiranno quindi dall’11 maggio. E il calcio, come tutto il Paese, seguirà un percorso in quattro fasi, ognuna lunga due settimane e che alla fine di giugno, secondo il governo, dovrebbe portare alla normalità. La riapertura non procederà però allo stesso ritmo in tutte le comunità. “In Spagna il calcio è un fattore economico trainante – ha dichiarato il presidente della Liga Javier Tebas – che abbiamo bisogno di riattivare come molti altri: continuiamo a lavorare affinché la Liga riparta seguendo tutte le raccomandazioni sanitarie”.

La ripartenza sembra improbabile per la Premier League inglese. Si starebbe lavorando per una ripresa a luglio, ma il Daily Mail scrive che i calciatori sarebbero già al corrente dell’annullamento della stagione in corso. Domani una riunione delle massime cariche del calcio potrebbero sciogliere dei dubbi. Il sindaco di Liverpool, Joe Anderson, ha chiesto alle autorità di fermare la stagione. Anche se si dovesse giocare a porte chiuse, ha lamentato, i tifosi potrebbero unirsi fuori dagli stadi, soprattutto nella sua città dove il Liverpool è praticamente certo di vincere il titolo con 25 punti di vantaggio sulla seconda. Stessa situazione per le serie minori: una delle problematiche, riporta l’Ansa, sarebbe quella dell’elevato numero di test ai quali calciatori dovrebbero sottoporsi fino alla fine della stagione.

In Germania una decisione netta e chiara si avrà il 6 maggio. Lo ha dichiarato la cancelliera Angela Merkel. Scongiurato quindi il ritorno agli allenamenti paventato da più lati già dal 9 maggio. Quel che è certo è che le eventuali partite si terranno a porte chiuse perché Berlino ha giù annullato tutti i grandi eventi e i grandi assembramenti fino al 31 agosto. Karl Heinz Rumenigge, ceo del Bayern Monaco, vede però la ripartenza sempre più probabile: “Certo, dovremo fornire partita dopo partita prova del fatto che agiremo in modo esemplare e rispettoso delle regole, ma vivremo all’altezza delle nostre responsabilità”, ha dichiarato l’ex campione dell’Inter e della nazionale tedesca in un’intervista al Muenchner Merkur.

La Serie A resta invece appesa al protocollo Figc. “Se la Figc e la commissione tecnico scientifica del governo troveranno un’intesa sul protocollo di sicurezza, gli allenamenti riprenderanno; viceversa sarà il governo a decretare la chiusura del campionato”, ha dichiarato il ministro dello sport Vincenzo Spadafora a Mi manda Rai3. Il protocollo prevede una ripartenza graduale, una sorta di ritiro costante, tamponi e test sierologici ai calciatori. “Siamo al punto – ha detto – che bisogna lanciare un appello alla lega di Serie A per finire qui con le polemiche e gli scontri. Il calcio deve essere simbolo di leggerezza, passione, di gioco e debba dividerci solo per il tifo”.