Il podcast del direttore
I dati sul residuo fiscale che spingono per l’autonomia differenziata: così i denari del nord vengono buttati al sud
Quella dell’autonomia differenziata può essere trasformata dal sud in una possibilità per lanciare sé stesso nella sfida dello sviluppo e della crescita. La teoria è confermata da alcuni dati, l’ultimo dei quali proveniente da uno studio Svimez che fa notare come negli ultimi anni alcune regioni meridionali, in particolare la Campania la Puglia, stiano crescendo più di altri territori. Una relazione che dovrebbe incoraggiare, e far capire che è possibile, nel mezzogiorno, sviluppare un autogoverno che recuperi il divario esistente con le regioni del nord Italia, e quanto questo sia necessario è scritto in maniera esemplare nel corsivo quotidiano di Mattia Feltri sulla Stampa di oggi, che riporta dati straordinariamente emblematici.
Sono del 2019 e un po’ datati, ma non penso che la situazione sia cambiata negli ultimi anni. Si tratta di uno studio fatto dalla Banca d’Italia sul residuo fiscale e cioè sul saldo tra contributi versati e servizi ricevuti. Se ogni cittadino della Lombardia ha versato in media quasi 19.000 euro di tasse, ne ha avuti indietro meno di 14.000. Nello stesso anno un cittadino della Sardegna ha versato invece 9.900 euro ricevendone in servizi circa 13.600.
È un dato effettivamente impressionante, che sta a significare che ogni anno, mettendo insieme questi numeri, solo la Lombardia devolve oltre 50 miliardi di euro alle regioni in difficoltà. Feltri completa il ragionamento dicendo che è giusto che questo avvenga, perché altrimenti l’unità nazionale perderebbe di senso, e comprende anche quanto la riforma dell’autonomia differenziata potrebbe ulteriormente acuire le differenze tra settentrione e mezzogiorno, ma il punto di fondo è che il sistema attuale non funziona, e cioè da decenni vengono riversati al sud montagne di denaro senza che le distanze col nord si colmino, si riducano. Non si tratta di denaro investito, ma di denaro buttato.
Si può criticare l’autonomia differenziata, ma difendere l’attuale sistema di dissipazione delle risorse è una cosa a mio avviso inammissibile e con questo dato, per quello che mi riguarda, la discussione viene azzerata. Il problema esiste, va affrontato, e da cittadino meridionale penso che il sud debba liberarsi da questa condizione umiliante accettando la sfida dell’autonomia.
Il podcast RifoNews di venerdì 21 giugno
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