Sono in programma mercoledì 22 settembre i funerali del piccolo Samuele, il bimbo di 4 anni lasciato cadere nel vuoto a Napoli il 17 settembre scorso, dal terzo piano della casa in cui viveva, dal domestico 38enne affetto da schizofrenia.

L’ultimo saluto è previsto alle ore 12 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci in via della Veterinaria. “Vietato fare foto e video“, recita un cartello affisso davanti alla chiesa così come quello posizionato sul luogo della tragedia avvenuta all’esterno di una palazzina che si trova all’angolo tra via Piazzi e via Foria, dove lungo il marciapiedi sono stati posti fasci di fiori, peluche e magliette del Napoli.

Nelle scorse ore è stato convalidato il fermo, con l’accusa di omicidio volontario, per Mariano Cannio, il 38enne che da poco tempo lavorava come domestico nell’abitazione dove Samuele viveva con il papà e la madre, incinta all’ottavo mese. L’uomo ha ammesso le proprie responsabilità, confermando di aver lasciato cadere il bimbo dal balcone perché colto da un capogiro mentre lo teneva in braccio con una mano. La tragedia è avvenuta quando la madre, Carmela, era in bagno in seguito a un malore a causa dello stato avanzato della gravidanza.

Nei prossimi giorni verrà effettuata una perizia medica tesa a valutare le condizioni di salute  e lo stato mentale di Cannio anche al momento dell’omicidio per provare ad appurare se fosse capace di intendere e di volere. L’uomo, in cura presso un centro di igiene mentale nel Rione Sanità, è affetto da disturbi psichici. Particolare che ha tenuto nascosto ai genitori di Samuele. Cannio era considerato una persona fidata perché faceva pulizie in diverse abitazioni della zona, in alcune delle quali abitano i parenti del povero piccolo.

Subito dopo il volo nel vuoto di Samuele, avvenuto poco prima delle 12.30, il 38enne ha lasciato l’abitazione perché scosso e turbato. E’ sceso in strada ed è andato a mangiare una pizza nel Rione Sanità (“avevo una fame nervosa perché ” ha raccontato agli investigatori per poi aggiunge “mi sentivo in colpa per quello che era accaduto essendo consapevole di esserne la causa“). Poi è tornato a casa, si è riposato qualche instante sul letto, infine è nuovamente uscito nel pomeriggio per andare a mangiare un cornetto e bere un cappuccino in un bar di via Duomo. Successivamente è rincasato e nelle ore successive è stato raggiunto dai poliziotti della Squadra Mobile indirizzati dalle testimonianze dei genitori e della zia materna di Samuele. In tutto questo lasso di tempo, Cannio non si sarebbe preoccupato di verificare le condizioni del bambino, precipitato per oltre 15 metri.

Intanto nella mattinata di martedì 21 settembre al Secondo Policlinico si è svolta l’autopsia sul corpo di Samuele e la relazione sarà pronta tra sessanta giorni. Il piccolo ha riportato gravi ferite alla testa ed è deceduto poco dopo l’arrivo all’ospedale dei Pellegrini.

“Voglio rappresentare a tutti gli operatori della cronaca la necessità di comprendere il dolore che ha colpito la giovane famiglia – dice l’avvocato Domenico De Rosa, che assiste la famiglia Gargiulo – i genitori confidano nell’accertamento della verità da parte della Procura e non intendono contribuire alla marea di notizie che può solo inquinare l’opera di polizia e magistrato e solo acuire lo strazio del loro animo”.

Redazione

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