Denatalità, reddito di cittadinanza, immigrati, salario minimo e pensioni. Il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano La Stampa. È proprio l’andamento demografico la preoccupazione più grande per la retta del sistema della previdenza. “Senza i migranti tra 20 anni i conti Inps saranno critici. Cambiare la legge Fornero peggiorerebbe ancora il quadro delle pensioni. L’Europa ci dice che nessuno può stare sotto un certo livello di reddito. Il salario minimo, come in larga parte della Ue, è indispensabile e non è alternativo ai contratti collettivi”.

392.598 nascite nel 2022, il minimo storico delle nascite dalla fondazione della Repubblica, dato molto pericoloso per la sostenibilità delle pensioni. “Oggi abbiamo 16,5milioni di pensionati. In prospettiva, con questa demografia, avremo più o meno lo stesso numero di persone che vanno in pensione e che entrano nel mercato del lavoro. Quindi un rapporto di uno a uno. Troppo esiguo”. È a partire dalle dichiarazioni del premio Nobel americano Paul Krugman, secondo cui i migranti stanno salvando i conti pubblici degli Stati Uniti che si sviluppa la tesi.

“Citerei anche l’altro premio Nobel David Card. Le economime ricche hanno tutti molti migranti. Anche noi abbiamo l’esigenza di coprire la domanda di lavori medio bassi da Nord a Sud con gli stranieri. La soluzione non può che essere l’accesso di un’immigrazione regolare e fluida“. Ovvero “un andamento che deve rispettare il flusso di esigenze della domanda di lavoro delle aziende. La fluidità deve garantire l’incontro con l’offerta. E se l’offerta nazionale non ci riesce, come sta avvenendo, è inevitabile che quel gap debba essere ricoperto attraverso i migranti stranieri. Inoltre è importante che il flusso sia costante”.

Secondo il Presidente Inps “chi arriva in Italia in larga maggioranza è giovane e quindi non accede a strumenti di sostegno al reddito o a prestazioni pensionistiche. Laddove lavora in chiaro e non in nero, aspetto essenziale, contribuisce in modo positivo al welfare italiano“. 3 milioni i lavoratori irregolari, oltre 100 miliardi di evasione fiscale e contributiva. “Se riuscissimo a farli emergere per incanto, il famoso rapporto lavoratori-pensionati salirebbe a 1,6. E potremmo dire di stare se non benissimo sicuramente bene. Negli ultimi anni comunque il quadro è migliorato, grazie a controlli, digitalizzazione e interventi, i numeri dei lavoratori a nero sono diminuiti“.

Per Tridico “con il nostro andamento demografico riscrivere la riforma Fornero peggiorerebbe ancora il quadro. Quindi non credo ci siano le condizioni per abolire o cambiare a fondo la riforma“. E la soluzione non sarebbero le quote: “Le quote irrigidiscono ancora di più il sistema e appesantiscono i conti. Se vogliamo trovare soluzioni non alternative ma parallele, dobbiamo pensare all’Ape sociale, all’anticipazione per i lavori gravosi e usuranti”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.