Politici o magistrati?
I Pm hanno un potere enorme, no alle porte girevoli
Il dibattito sulle “porte girevoli” ritorna sistematicamente sui media ogni volta che un magistrato decide di sospendere momentaneamente la sua funzione per dedicarsi alla politica. Se ne parla e se ne scrive a Napoli da tempo per la candidatura di Catello Maresca, la discesa in campo del quale è stata “a rallentatore”, anche se le immagini della “moviola” lasciavano pochi dubbi. Da pochi giorni la sua candidatura è stata ufficializzata e, dopo alcune interviste, si è riacceso lo scontro tra i favorevoli e i contrari alle “sliding doors”. Del resto l’aspirante sindaco di Napoli è stato chiaro: dopo la parentesi politica tornerà in magistratura, chiederà il trasferimento a Palermo e catturerà Matteo Messina Denaro, uno dei latitanti più ricercati e pericolosi al mondo.
Sull’elezione o meno del magistrato – che ama definirsi “civico” per prendere le distanze dagli stessi partiti della coalizione di centrodestra che dovrebbe sostenerlo, lontananza che sarà irrimediabilmente azzerata in caso di vittoria – sarebbe interessante sentire il parere della Direzione nazionale antimafia e dello stesso procuratore di Palermo: se Maresca verrà eletto dovranno aspettare mentre, in caso di sconfitta del collega candidato sindaco, il loro obiettivo primario sarà finalmente raggiunto. Nell’interesse del Paese sarebbe meglio catturare il latitante che da circa trent’anni è inafferrabile. Sarebbe un grande risultato, ben più importante di un altro pm alla guida della capitale del Mezzogiorno. Inoltre Maresca continuerebbe a fare il suo lavoro, senza cimentarsi in una nuova esperienza piena d’incognite per lui e per la città e potrà non dismettere la toga, quella che ama definire la sua «seconda pelle».
Ed è questo il punto! Perché spogliarsi? Quella del magistrato è un’attività unica al mondo, perché dev’essere dotata di un equilibrio particolare e di totale serenità, in quanto decide della vita delle persone. Può, con le indagini, interferire nei rapporti privati. Può stravolgere percorsi economici e sentimentali. Può privare della libertà e confiscare patrimoni. Un potere immenso, a fronte del quale viene chiesta – come è logico che sia – una trasparenza totale, una certezza nell’affidarsi, rapporti con terze persone cristallini, senza che neppure un minimo dubbio possa esserci sul giudizio che andrà a rendere o nell’attività investigativa da compiere. Tutto questo la politica non potrà mai assicurarlo perché, per sua natura, è fatta di molteplicità di rapporti, di compromessi e di richieste. Ma il magistrato che vogliamo è quello che non deve chiedere mai!
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