Addio al polo riformista
I renziani vanno con Lanzotti, a Napoli nasce il partito unico di centro
Partono da Napoli le prove tecniche del nuovo partito di centro, liberale e riformista, nel quale esponenti di Forza Italia e di Italia Viva potrebbero ben presto ritrovarsi anche a livello nazionale, magari già all’indomani dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica. A fare da laboratorio è Azzurri per Napoli, la lista pronta a sostenere il candidato sindaco di centrosinistra Gaetano Manfredi nella corsa verso Palazzo San Giacomo. Oltre che napoletani alla prima esperienza in politica, infatti, nella formazione ispirata dal consigliere comunale uscente Stanislao Lanzotti troveranno posto esponenti del centrodestra e del partito di Matteo Renzi che non andrà alle urne con il proprio simbolo.
Già, perché il progetto di unire tutte le forze riformiste attive in città, così da riequilibrare i rapporti all’interno della coalizione di Manfredi il cui perno resta l’alleanza tra il Partito democratico e i populisti del Movimento Cinque Stelle, è definitivamente naufragato. L’idea era quella di federare radicali, liberali e socialisti, anche di tradizione cattolica, in un unico polo con un programma semplice ma di netta cesura col passato: stop all’aumento delle addizionali comunali, lotta all’evasione, potenziamento della riscossione, miglioramento dei servizi offerti ai cittadini. Invece per i riformisti si annuncia una diaspora, sebbene sempre nel perimetro del centrosinistra, se si pensa che i renziani hanno sposato il progetto di Azzurri per Napoli, i socialisti dell’Avanti! lavorano a un accordo con i fedelissimi dell’ex ministro Clemente Mastella, gli esponenti di +Europa sembrano disposti a confluire nella lista deluchiana Napoli Libera e Fare democratico è pronto a presentarsi autonomamente al vaglio degli elettori.
Insomma, il polo riformista rimarrà un sogno. In questo senso hanno pesato anche le tensioni interne a Italia Viva, deflagrate dopo la tiepida accoglienza riservata un mese fa al leader Matteo Renzi, a Napoli per presentare il suo libro Controcorrente. Sarebbe stato clamoroso se un partito capace di totalizzare il 7,5% dei voti alle regionali dello scorso anno, oltre che di piazzare un assessore nella giunta del governatore Vincenzo De Luca e quattro consiglieri nel parlamentino campano, fosse sparito dalle schede elettorali. Perciò i renziani hanno aderito al progetto della lista Azzurri per Napoli sul simbolo della quale sarà presente non solo la dicitura Napoli Viva, ma anche l’indicazione delle caratteristiche complessive della formazione: popolare, liberale e riformista.
«Non si tratta di un’annessione né di una fusione con Italia Viva – spiega Lanzotti – ma di un progetto, finalizzato ad affermare un diverso approccio politico, e di una scommessa, visto che l’obiettivo è quello di fare in modo che certe formazioni restino unite anche dopo il voto». Ed è «un progetto civico-politico», se si pensa che in lista ci saranno consiglieri comunali uscenti come Vincenzo Moretto, Vincenzo Solombrino e Alfonso Merolla, ma anche esponenti della società napoletana alla loro prima candidatura come l’avvocato Gaetano Brancaccio e la docente universitaria Marilù Ferrara. A loro toccherà un doppio, arduo compito: da una parte, lavorare perché la città possa archiviare la disastrosa stagione segnata da de Magistris e aggravata dalla pandemia; dall’altra, nel caso in cui Manfredi dovesse essere eletto sindaco, fare da “contrappeso” ai populisti del Movimento Cinque Stelle che, stando a quanto dichiarato dal presidente della Camera Roberto Fico al Corriere del Mezzogiorno, punta proprio sulle comunali napoletane per rilanciarsi
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