Veti. Da chi ha governato prima con la Lega, poi col l’odiato Pd e con quel campo largo guidato da Mario Draghi. Veti da chi alle ultime Europee ha fatto registrare il tracollo di consensi più alto, con il Movimento 5 Stelle arrivato a racimolare meno del 10% delle preferenze. Veti da chi in queste settimane è alle prese con una ulteriore scissione interna. Premessa doverosa per ‘pesare’ le parole di Giuseppe Conte, leader del M5S, che in una intervista a “La Stampa” ribadisce che un’alleanza con Matteo Renzi è impossibile.
Conte e il “Dna” grillino: “Renzi ha capacità ricattatoria”
Conte parla di “Dna” del suo partito e sostiene di non fidarsi della svolta a sinistra dell’ex premier e segretario del Pd (ed ex rottamatore) definito “demolitore”. “Il nostro dna ci spinge a costruire questo progetto con la massima lealtà e spirito autenticamente unitario. Proprio per questo – spiega Conte – sarà impossibile offrire spazio a chi negli anni non ha mai mostrato vocazioni unitaria ma solo capacità demolitoria e ricattatoria”.
Conte: “Renzi ci fa perdere voti”
Conte non si fida di Renzi e “non è una questione personale. Non mi posso fidare di chi da tempo più che politica fa affari in giro per il mondo”. Poi si presta a un ragionamento matematico che, forse, stona dopo il tracollo di voti degli ultimi anni. “La somma aritmetica poi non funziona: persone così invise portano qualche voto e ne tolgono molti di più”.
Leadership centrosinistra, Conte sogna: “Voto europeo non conta”
Tracollo europeo che ancora una volta Conte cerca di mascherare o comunque ridimensionare quando parla della leadership del progetto alternativo al centrodestra. Conte, che aveva provato a cavalcare l’inchiesta di Bari contro il Pd, è perentorio su chi dovrà essere a capo della coalizione di centrosinistra: “L’avevo detto in tempi non sospetti: non possono essere le europee”, “c’è tempo per parlarne”. Intanto “il M5S è concentrato con tutte le sue energie a elaborare un progetto alternativo a questo governo, al punto da aver avviato un processo costituente” e “se all’esito del processo costituente l’assemblea degli iscritti dovesse votare un indirizzo incompatibile con il lavoro svolto finora, sarei il primo a trarne le immediate conseguenze