La prima ceo donna
Ibm, Ginni Rometty lascia la presidenza dopo 40 anni in azienda
Ginni Rometty, la prima ceo donna nella lunga storia di Ibm, lascerà il timone ad aprile. La Rometty, 62 anni, rimarrà comunque presidente esecutivo di Ibm fino alla fine dell’anno. La sua partenza, annunciata nella notte italiana, arriva dopo quasi 40 anni di servizio nel gigante della tecnologia famoso per la sua cultura aziendale conservatrice.
LA STORIA – Rometty è diventata ceo di Ibm otto anni fa dopo aver precedentemente supervisionato vendite e marketing. Era una delle 29 ceo donne a capo della società S&P500, secondo i dati di Catalyst, un’organizzazione no profit per i diritti delle donne nel mondo del business. La Rometty era sia ceo che presidente. A subentrare all’imprenditrice ci sarà Arvind Krishna che assumerà l’incarico di ceo a partire dal 6 aprile. Il top manager è stato vicepresidente senior di Ibm per il cloud computing e il software cognitivo e ha anche una lunga carriera in azienda.
Nel corso della sua carriera, nonostante Ginni fosse apprezzata per la sua scalata sociale e si sia costruita il suo ruolo più importante all’interno di uno dei colossi più grandi al mondo, è stata spesso oggetto di critiche. Quest’anno infatti, per il quinto trimestre consecutivo, i ricavi di Ibm sono diminuiti anziché aumentati. Fin dall’insediamento di Ginni Rometty sulla poltrona di amministratore delegato, nel 2012, la società è notoriamente impegnata in una complessa trasformazione.
Il lavoro non è ancora finito e nel frattempo ancora una volta, nei risultati del terzo trimestre dell’anno fiscale 2019, i numeri non soddisfano. Ibm sta cercando così di rilanciare la propria attività diventando leader nella tecnologia cloud e le dimissioni della Rometty potrebbero essere una mossa strategica. Infatti, nel tentativo rischioso di mettersi al passo con la concorrenza, lo scorso anno Ibm ha speso 34 miliardi di dollari per acquistare la società di software Red Hat con sede nella Carolina del Nord. È stata la piu’ grande acquisizione nella storia di Ibm, che ha deciso di nominare James Whitehurst, ceo di Red Hat, come presidente di Ibm, il quale anche lui prenderà l’incarico a partire dal 6 aprile.
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