La determina aumenta l’importo del 120% rispetto alla scorsa legislatura
Il bonus di Natale della Camera: i deputati si auto-regalano 5550 euro per comprare tablet, telefoni e pc

Un maxi regalo di Natale per i deputati eletti dalle urne dello scorso 25 settembre. È quello che si sono fatti i parlamentari di Montecitorio con una determina che prevede un bonus-cashback da 5500 euro per l’acquisto di tablet, smartphone, monitor fino a 34 pollici, cuffie come le note Airpods di Apple e pc.
A sollevare il caso è oggi Repubblica, che ha scovato la determina firmata lo scorso giovedì 24 novembre dai questori della Camera: in calce ci sono i nomi di tre deputati, ovvero Paolo Trancassini di Fratelli d’Italia, Alessandro Manuel Benvenuto della Lega e Filippo Scerra del Movimento 5 Stelle.
Il regalo di inizio legislatura non è una novità: già nel 2018, quando presidente della Camera era il grillino Roberto Fico, c’era stato un provvedimento simile. All’epoca però il bonus-rimborso aveva un valore di meno della metà rispetto a quello stabilito nei giorni scorsi: 2.500 euro a testa di rimborso spese.
Quattro anni dopo, mentre il Paese sta affrontando un insieme di crisi, da quella energetica a quella dell’inflazione, passando per i risvolti ancora sconosciuti che potrà avere la guerra in Ucraina, la decisione è stata quella di gonfiare il bonus del 120%, alla faccia dell’austerity.
I firmatari del provvedimento spiegano che il bonus soddisferà le “esigenze individuali di aggiornamento tecnologico” dei 400 deputati. Eppure un ex questore di Montecitorio, sentito da Repubblica, storce il naso di fronte al bonus gonfiato: “Dicevano che 2.500 euro non bastavano. Ma visto che si trattava di un provvedimento una tantum, che viene stabilito all’inizio del mandato, non abbiamo pensato di ritoccarlo”.
Quanto ai controlli, il vaglio è affidato al collegio dei questori. Altra novità è la scomparsa delle penali introdotte nella determina di quattro anni fa: erano infatti previste trattenute nel caso in cui un parlamentare non partecipasse ad almeno il 50% delle sedute in Aula o non presentasse almeno l’80% delle proposte di legge o degli atti ispettivi in formato elettronico, per risparmiare sulla carta.
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