È di qualche giorno fa la notizia che gli Stati Uniti vogliono regolamentare l’intelligenza artificiale. In concreto Biden ha convocato i vertici di sette grandi società (Amazon, Anthropic, Google, Inflection, Meta, Microsoft e OpenAi) per convincerle a mettere dei limiti e le società hanno accettato di autoregolarsi – ad esempio – eliminando le discriminazioni, rispettando la privacy e altri aspetti.

Qualche settimana fa abbiamo scritto che anche il Parlamento Europeo ha approvato l’AI Act per eliminare i rischi maggiori per le persone e ponendo una limitazione per le autorità pubbliche nell’utilizzo di questi strumenti, come ad esempio il riconoscimento facciale in tempo reale. Per entrare in vigore questo regolamento dovrà fare dei passi ulteriori prima a livello di Commissione Europea, quindi di singoli governi. Non sfuggirà a nessuno la differenza di approccio: negli Stati Uniti chiedono un’autolimitazione alle società, in UE andiamo verso divieti e autolimitazioni nell’uso da parte delle autorità.

Queste differenze più che dirci quanto siano diverse nel funzionamento USA e UE (non c’è un meglio e un peggio, siamo solo diversi) ci raccontano molto del nostro futuro. Perché l’utilizzo in larga scala dell’intelligenza artificiale sarà una rivoluzione che porterà enormi cambiamenti. Consideriamo due aspetti.

Il primo: all’interno delle società che possiedono questi strumenti arriveranno una quantità di dati che non ha uguali rispetto al passato (sanitari, d’ordine pubblico, economici, meteorologici ecc) che costituiranno una base di conoscenza mai esistita fino ad oggi e che renderà queste aziende cruciali per il funzionamento se non di tutto di quasi tutto. Il secondo: a queste aziende confluirà anche una grande quantità di ricchezza, perché in sette offriranno servizi che oggi sono svolti da milioni di persone.

Non scrivo questo per scandalizzare: è giusto che i servizi vengano pagati, ma solo per sottolineare che queste società quando funzionano sono anche molto redditizie. Fatte queste due premesse, mi chiedo perché l’Unione Europea oltre che a regolare non ha pensato di investire qualche miliardo, collaborare con le migliori università, le startup più funzionanti, i migliori programmatori, per sviluppare uno strumento pubblico di intelligenza artificiale per fare in modo che almeno la quantità di dati più sensibili possa arrivare ad una autorità pubblica e non a delle società privata?

Perché poi alla fine la differenza sta tutta qui: Biden poteva parlare a sette aziende statunitensi, l’Unione Europea può porre limiti di funzionamento a delle società, che vedono l’UE come un mercato a cui offrire servizi.