Il racconto
Il calvario di Del Turco: perseguitato, umiliato e offeso
Sono stato amico (oltre che corregionale) di Del Turco fin dai tempi della mia giovinezza. Fra i mille ricordi, ne cito solo uno: il fatto che Ottaviano, il giorno in cui si insediò alla Presidenza della Regione Abruzzo, fece approvare come prima delibera quella che concedeva il sostegno alla nascita della Fondazione Brigata Maiella, che tuttora opera per tener vivo il ricordo dei partigiani di mio padre. Nel luglio del 2006 Ottaviano doveva presenziare, con Franco Marini, alla intestazione a mio padre della piazza principale del suo paese natale, Torricella Peligna.
Non venne e solo la sera sapemmo che era stato arrestato e rinchiuso, a Sulmona, in quello che all’epoca veniva chiamato “il carcere dei suicidi” e lì trattato come il peggiore dei criminali. Vergognosamente, nessuno – nei partiti di sinistra e nel sindacato – ebbe il coraggio di reagire. Fui l’unico – con un ampio articolo sul Messaggero Abruzzo – a prendere apertamente le sue difese.
Il seguito è una storia atroce di malagiustizia, con un procuratore – Nicola Trifuoggi – che dopo pochi anni lasciò la Magistratura e tentò, con modestissimo successo, la carriere politica, mentre Del Turco, dopo anni di processi per una serie di imputazioni gravissime, fu condannato solo per il reato di induzione indebita. Ma pagò a caro prezzo quegli anni interminabili, ammalandosi di cancro, di Parkinson e di Alzheimer.
Ora, l’ufficio di presidenza del Senato ha deciso di togliere a Del Turco la pensione (il cosiddetto vitalizio) secondo una legge del 2015, per le vicende giudiziarie risalenti al 2006: una decisione “fuori tempo”, inspiegabile e spietata, che speriamo possa essere definitivamente revocata anche grazie a un intervento del Presidente della Repubblica, di cui sono noti l’equilibrio e l’umanità. Faccio appello a lui, ricordando che il 25 aprile del 2018 egli volle celebrare la Liberazione in Abruzzo, visitando fra l’altro il Sacrario della Brigata Maiella, di cui Del Turco fu sempre un sostenitore, fino a far intestare l’Aula Magna della Presidenza della Regione a mio padre, che ne fu il fondatore e il comandante, ed al suo vice comandante.
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