Vladimir Putin è un campione di camaleontismo e Vladivostok è la città più ad oriente della Russia, un Paese che occupa un settimo delle terre emerse con tredici fusi orari. A Vladivostok le notizie arrivano sempre prima. Mentre a Mosca e a San Pietroburgo, dormono. E qui si svolge l’annuale Forum in cui il Presidente russo dà la linea e tutti si adeguano. Ieri ha dato una linea che si può sintetizzare così: prima che la Harris arrivi alla Casa Bianca, chiudiamo questa incresciosa partita e cominciamo riconoscendo il valore dei soldati ucraini entrati in Russia da un mese e che aveva definito “banditi e provocatori”. Ma il momento più alto è stato quello in cui Putin ha dichiarato che se fosse americano lui voterebbe per Kamala Harris, democratica e della linea antirussa. Ha anche parlato con rispetto di Joe Biden, che davanti al mondo intero per la sua aggressione lo chiamò “assassino”.

Ricordate? Tutti i benpensanti specialmente di sinistra indossarono la livrea dello scherno e dell’orrore: gli americani? Lo vedete che sono dei pazzi, americani? Così non si arriverà mai alla pace. E invece, sembra proprio che alla pace pensi Putin sia con questo tifo per la Harris, sia con un make-up della guerra. Che è questo: gli ucraini stanno perdendo e perderanno. Peccato abbiano distolto le loro migliori forze per invadere la Russia nell’area di Kursk. Sono le loro migliori forze e le stanno sprecando. Certo, noi li stiamo arginando, ma lentamente. In realtà gli ucraini in Russia sono scatenati all’attacco e distruzione di tutte le linee di rifornimento destinate alle truppe russe nel Donbass. E per l’armata di Putin sono un vero e irrisolto problema perché la sua dannata “operazione militare speciale” è diventata una mostruosa guerra in cui i russi hanno perso fra morti e feriti quasi un milione di uomini e gli ucraini altrettanto. Con la differenza che gli ucraini non hanno più uomini addestrati da mandare al fronte e anche Putin ha finito i soldati e manda in prima linea ragazzi delle regioni più orientali totalmente ignari di guerra. Ha detto che se fino a ieri avanzavano di cento metri, adesso avanziamo di chilometri e presto la guerra sarà finita.

In realtà tutti gli analisti anche russi sanno che il Donbass non potrà cadere prima dell’inverno e poi c’è il corpo di spedizione ucraino nell’oblast di Kursk con armi e soldati di prim’ordine che fanno saltare ponti, strade, oleodotti e cattura a centinaia i soldati di leva russi. Il Presidente russo ha cambiato linguaggio: i “banditi” sono ora dei valenti nemici sprecati nell’operazione Kursk, Il discorso è stato costrutto e pronunciato certamente come invito alle trattative, cercando di risolvere insieme il Donbass e gli occupanti ucraini di Kursk in Russia. È stata la prima volta che davanti a tutto il mondo Putin abbia ammesso l’invasione ucraina e che le truppe di Kiev siano di prim’ordine, soldati che agiscono secondo le leggi di guerra e non sbanditi provocatori visto che stanno facendo saltare le linee di rifornimento per il Donbass. E inoltre usano un nuovo missile interamente fabbricato in Ucraina che non ha bisogno di autorizzazioni per essere usato anche contro Mosca, come risposta ai feroci bombardamenti a Kiev.

Nel Donbass e in particolare a Donetsk le forze russe continuano ad avanzare per chilometri anche se le distanze da colmare sono più lunghe dell’estate e dell’autunno. Putin ha però assunto nel suo discorso di Vladivostok il tono e l’atteggiamento di un maestro di scacchi che cerca di far capire all’avversario di aver “commesso un errore”: che peccato, aver distolto forze così nobili dal vero campo di battaglia. Solcati brillanti quanto basta da occupare l’oblast di Kursk sabotando e respingendo reparti del Fsb, poliziotti più che militari, russi. Putin ora usa parole oblique e un po’ reticenti come quando afferma che “la nostra situazione è stata stabilizzata e stiamo lentamente prendendo terreno”.

È stato uno sceneggiatore ma anche un attore con discreta faccia tosta visto che tutti sanno e ha sempre detto di essere un fan di Donald Trump ed ora di punto in bianco “vota Kamala Harris”, diventata il più probabile nuovo Presidente americano sulla stessa linea pro-Nato dell’attuale e già vituperato presidente Biden. Se le cose stanno così come tutto fa pensare, è evidente che il colpaccio ucraino oltre la frontiera russa ha avuto (eccome) il suo effetto decisivo.

Avatar photo

Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.