Nel “Sì&No” del giorno spazio al dibattito sulla gestione dei flussi migratori. Abbiamo chiesto a due parlamentari – Stefano Candiani della Lega e Alessia Morani del Pd – se c’è o meno una responsabilità da parte dell’Europa nell’emergenza in atto a Lampedusa. Secondo Candianì, sì, c’è responsabilità, mentre Morani crede che no, non vi sia.

Qui di seguito, l’opinione di Alessia Morani.

In principio era colpa delle ONG, poi era colpa dei genitori irresponsabili che mettevano i bambini sulle barche, poi era colpa della brigata Wagner che spingeva i migranti verso l’Italia come ritorsione per il nostro sostegno all’Ucraina. Qualche giorno fa siamo arrivati a Salvini che l’ha sparata più grossa di tutti e che ha parlato di atto di guerra, non si capisce bene da parte di chi, forse la Tunisia, con cui però il suo governo ha fatto un accordo, tanto disumano quanto ridicolo, sbandierato dalla Meloni come la soluzione del secolo per risolvere il problema migratorio.

Come è evidente dalle immagini che ogni giorno arrivano dalla Sicilia, questo accordo non sta portando a nulla, anzi ha solo fatto aumentare gli sbarchi a Lampedusa. Infine tutto il governo in coro attribuisce la responsabilità della situazione migratoria del nostro paese all’Unione Europea che, per i populisti italiani (e non), è un vero e proprio evergreen. La verità è che ciò che sta accadendo a Lampedusa, con quelle migliaia di persone ammassate, è una vergogna agli occhi del mondo.

Quelli della difesa delle frontiere, del blocco navale subito, dei porti chiusi hanno generato il collasso del nostro sistema di accoglienza che – con una furia ideologica inusitata – hanno smantellato appena vinte le elezioni. Stanno dimostrando tutta la loro incapacità a governare il fenomeno migratorio che oramai da decenni, dal primo barcone arrivato con 20.000 albanesi nel 1991, non è un fenomeno emergenziale, come hanno voluto farci credere approvando perfino uno stato di emergenza sull’immigrazione totalmente inutile, come peraltro il commissario preposto.

Si tratta di un fenomeno strutturale le cui cause risiedono nelle guerre, nella fuga dai regimi illiberali, nella povertà, nelle carestie, nel cambiamento climatico, insomma nella situazione disperata in cui si trovano milioni di persone dall’Africa all’Afghanistan. Aver illuso gli italiani che con la propaganda si potesse fermare l’immigrazione è la più grande truffa elettorale perpetrata ai danni degli italiani dalla destra nostrana.

Ed oggi, si dice, è tutta colpa dell’Europa, che è il perfetto capro espiatorio per una maggioranza incapace e senza idee. Oggi questo governo, forte del mandato elettorale ed anche del consenso che ha ancora nel paese, dovrebbe avere il coraggio di provare davvero a governare il fenomeno attraverso azioni politiche nazionali ed europee. Le politiche nazionali dovrebbero essere improntate ad un cambio totale di paradigma, che consentirebbe di dare un colpo mortale al mercato dei trafficanti di uomini.

Nel nostro paese la legge Bossi-Fini, che purtroppo noi non abbiamo mai avuto il coraggio di abrogare, impedisce vie legali d’ingresso costringendo di fatto centinaia di migliaia di persone ad arrivare via mare, su imbarcazioni di fortuna. Occorrerebbe invece fare, laddove la situazione dei paesi di partenza lo consentisse, accordi per un numero di migranti da poter accogliere ogni anno in Italia.

Basterebbe fare una programmazione – che a noi serve come il pane – visto che ci mancano centinaia di migliaia di lavoratori, selezionando la forza lavoro, valorizzando le competenze che ci sono o formando chi ha necessità di acquisire le basi di un mestiere. Bisognerebbe poi organizzare corridoi umanitari per chi fugge dalle guerre e una missione di salvataggio, questa sì europea, per coloro che si mettono in fuga via mare, perché tutti devono essere salvati.

E qui dovrebbe inserirsi l’Europa, con una equa distribuzione dei richiedenti asilo in tutti i paesi, nessuno escluso, e con la revisione del Trattato di Dublino. Per questo, però, si deve abbandonare l’approccio egoista del Consiglio Europeo, dove siedono i capi di Stato e di governo, che impedisce di fatto qualunque tipo di accordo che possa essere davvero di aiuto nella difficile gestione del problema migratorio. Perché quando si dice che è tutta colpa dell’Europa in verità è colpa dell’egoismo dei singoli paesi che sono rappresentati in quel Consiglio Europeo che decide l’indirizzo politico e determina le scelte strategiche dell’Unione Europea.

I commissari europei, come Paolo Gentiloni, rappresentano l’Unione Europea mentre i capi di Stato e di governo rappresentano i singoli paesi e prendono le decisioni, quelle vere, quelle impegnative, quelle che impediscono all’Europa di diventare altro. Se si vuole davvero trovare i responsabili di questa situazione bisogna andarli a trovare lì, sugli scranni dei governi degli Stati che compongono l’Unione Europea, e in particolare tra i capi di Stato e di Governo populisti che pensano che ci siano sempre “prima i propri cittadini” e poi dopo, molto dopo, la solidarietà con gli altri paesi.

Se vogliamo davvero risolvere qualcosa, dobbiamo cambiare la regola dell’unanimità delle decisioni ed il potere di veto. Von der Leyen, Macron e Draghi si erano spesi per superare questo empasse. Dovremmo continuare su quella strada ma, purtroppo, abbiamo una Presidente del Consiglio impegnata a stare al fianco di leader come Orbán che perseguono solo i loro piccoli interessi e che considerano l’Unione Europea come un bancomat e non come una grande opportunità per i popoli europei.

Alessia Morani (parlamentare Pd)

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