Nel “Sì&No” del giorno spazio al dibattito sulla gestione dei flussi migratori. Abbiamo chiesto a due parlamentari – Stefano Candiani della Lega e Alessia Morani del Pd – se c’è o meno una responsabilità da parte dell’Europa nell’emergenza in atto a Lampedusa. Secondo Candianì, sì, c’è responsabilità, mentre Morani crede che no, non vi sia.

Qui di seguito, l’opinione di Stefano Candiani.

Se ne parla almeno da dieci anni. Sul tema dei migranti sappiamo tutto. Conosciamo le cause, le ragioni, i problemi da affrontare e da risolvere. Tutto. La questione principale è questa: l’Italia si è trovata, e continua ad esserlo, da sola ad affrontare l’emergenza. Ricordo ancora quando nel settembre del 2019, Luciana Lamorgese annunciò l’accordo raggiunto a Malta nel vertice dei ministri dell’Interno, assicurando che l’Italia non sarebbe più stata sola e che la politica migratoria, da quel momento in poi, avrebbe fatto parte di un comune sentire europeo.

Purtroppo, così non è stato. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Gli impegni presi sono stati tutti disattesi: sia nei termini della modifica degli accordi di Dublino, per quanto riguarda i ricollocamenti, sia per quanto riguarda il blocco delle partenze e il respingimento nei Paesi di provenienza, per i quali, ad oggi, abbiamo solo assistito a molta retorica europea senza nessun tipo di impegno concreto.

L’ultimo caso, risale allo scorso luglio: la missione in Tunisia della premier Meloni insieme alla presidente della Commissione europea Von Der Leyen e del primo ministro olandese Rutte per siglare un accordo con l’obiettivo di bloccare le partenze dei migranti. Eppure, oggi vediamo arrivare da quel Paese più imbarcazioni di quante ne sono arrivate negli anni scorsi. Attenzione, dunque, ad affidarsi a chi ha sempre mancato gli impegni presi con l’Italia, perché i fatti oggi ci dicono che questa maggioranza europea non ha intenzione di dare una mano al nostro Paese. Nessuno si illuda pensando che una soluzione, mai vista in questi anni di crisi migratoria, possa arrivare proprio ora che per questa Europa si avvicina la fine della legislatura.

Noi crediamo che l’unica parentesi positiva in termini di risultati sia quella che fa riferimento all’azione di Matteo Salvini che nel 2018, con i decreti Sicurezza e la mano ferma al ministero dell’Interno, è riuscito a fermare gli sbarchi e a ridurre i decessi in mare. È quello che chiediamo oggi. Perché a differenza di chi ci accusa, parlando di crisi umanitaria, la nostra intenzione non è quella di abbandonare i migranti in condizioni di difficoltà nel Mediterraneo.

Noi vogliamo fare esattamente il contrario. E l’unico modo per farlo è bloccare le partenze, impedendo il verificarsi di altri naufragi e morti in mare. Occorrono, dunque, nuovi decreti, nuove regole certe sulla questione migranti che abbiano come obiettivi principali il respingimento e azioni di intelligence nei paesi di partenza, affinché si interrompa la catena criminale gestita dai trafficanti di esseri umani che sta portando ad una sostanziale invasione dell’Italia tramite Lampedusa. Lampedusa che è l’esempio più evidente dell’assenza di una politica Europa sul tema. È confine europeo. Eppure l’Unione Europea, tanto impegnata nella difesa dell’Ucraina, disconosce il confine italiano come confine europeo.

Un paradosso totale e assolutamente sbagliato che ci restituisce l’immagine di un’Europa prigioniera della retorica deformata dall’ideologia di sinistra che vorrebbe e continua a desiderare l’invasione dell’Italia per destabilizzare il Governo e mettere sotto pressione l’economia del nostro Paese che da solo sopporta un costo che ammonta a vari svariati miliardi.

Se non viene fatto rispettare il principio per cui Lampedusa è confine europeo, forse occorre rivedere la considerazione nei confronti dell’Unione Europea che non risolve i problemi, ma che a questo punto fa parte del problema. Ecco, noi vogliamo essere alternativi a questa maggioranza europea. Matteo Salvini è ancora a processo, accusato di aver difeso i confini italiani e di aver fatto rispettare le regole che hanno avuto come risultato la drastica riduzione degli sbarchi, con una forte stretta sulla criminalità degli scafisti. Quella resta per noi la stagione punto di riferimento.

Mi auguro che tutti possano comprendere che certe sirene europee non hanno intenzione di risolvere il problema, dato che non è stato fatto fino ad oggi, ma solo di far sfigurare il nostro Paese di fronte alla volontà di contrastare la criminalità legata al traffico dei migranti.

Stefano Candiani (deputato della Lega)

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