Con lui reati prescritti prima del previsto
Il caso Amara, l’avvocato super pentito che fa impazzire i pm con le “favole di Pinocchio”

Quando c’è di mezzo l’avvocato Piero Amara, il super pentito per almeno cinque Procure italiane, anche il calendario va in tilt ed i reati si prescrivono prima del previsto. A denunciare uno dei tanti trattamenti di ‘favore’ nei confronti di Amara da parte dei magistrati è stato Giuseppe Toscano, ex procuratore aggiunto di Catania. L’udienza per decidere se archiviare o meno l’esposto dell’ex toga siciliana è in programma davanti al gip di Reggio Calabria, competente per territorio, il prossimo 9 gennaio.
Tutto inizia ad aprile del 2018 quando Amara viene interrogato dai pubblici ministeri di Messina, alla presenza anche dell’aggiunto di Roma Paolo Ielo e di Laura Pedio, all’epoca vice del procuratore di Milano Francesco Greco. Amara, in particolare, racconta che a giugno del 2012, grazie proprio all’intercessione di Toscano, si riuscì a convincere Ugo Rossi, all’epoca procuratore di Siracusa, a coassegnare al pm Giancarlo Longo un procedimento nei suoi confronti per reati finanziari, fino a quel momento trattato dal solo pm siracusano Marco Bisogni. La Procura di Messina, il successivo mese di luglio, chiuse allora le indagini nei confronti di Amara e Toscano, ritenuti responsabili del reato di abuso d’ufficio.
Qualche mese più tardi, ad ottobre, ecco però arrivare due decisioni opposte: per Amara i magistrati messinesi chiedevano l’archiviazione per estinzione del reato a seguito di intervenuta prescrizione, con due anni d’anticipo, mentre per Toscano il rinvio a giudizio. Bisogni si costitutiva quindi parte civile, reclamando 100mila euro di danni a Toscano per aver ‘patito’ la coassegnazione con Longo, e, interrogato, riferiva che Amara sul punto era stato credibile. Longo, nel frattempo, veniva arrestato e si dimetteva dalla magistratura a seguito di un patteggiamento a cinque anni, dopo aver ammesso di aver ricevuto soldi da Amara per aggiustare i processi d’interesse. Rossi, invece, nel suo interrogatorio smentiva categoricamente di essere mai stato avvicinato dal suo aggiunto.
Eletto al Csm alle ultime elezioni nelle fila di Unicost, la corrente di centro, Bisogni si è poi costituito parte civile anche a Perugia nei confronti questa volta di Luca Palamara, accusato di aver pilotato quando era Palazzo dei Marescialli un disciplinare contro di lui per fare un favore al solito Amara. Il bello, però, arriva ad aprile dello scorso anno quando, sempre a Siracusa, in altro processo a suo carico, interrogato sull’anomala prescrizione conseguita a Messina, Amara l’ha prontamente disconosciuta, affermando di non saperne nulla.
E due mesi più tardi, a giugno del 2021, questa volta davanti ai magistrati di Potenza nell’ennesimo processo a suo carico, affermando di avere raccontato le “favole di Pinocchio” ai pm di Milano ed anche a quelli di Messina. Non c’è che dire per colui che è stato il testimone chiave nel maxi processo milanese Eni-Nigeria nei confronti dei vertici del colosso petrolifero del cane a sei zampe, poi tutti assolti, e che continua ad essere portato in palmo di mano dai pm che non hanno mai pensato in tutti questi anni di sequestrargli un solo euro del suo immenso patrimonio illecitamente accumulato.
© Riproduzione riservata