La battaglia dopo la strage di Valencia
Il caso Teresa Ribera, l’epicentro della crisi che può terremotare Bruxelles
L’epicentro della crisi della Commissione europea è la Spagna. I veti incrociati tra Ppe e S&D mettono a rischio la nomina di Raffaele Fitto, ma la vera partita si gioca su Teresa Ribera. Vicepremier spagnola, ministra, vicepresidente esecutiva della squadra Ue designata per una transizione pulita, giusta e competitiva. Ma è proprio su questi temi che il clima politico a Madrid si è fatto incandescente e ora la Dana, dopo aver sconvolto Valencia, rischia di avere riflessi anche su Bruxelles.
Le responsabilità per i gravi ritardi nel dare l’allarme per le inondazioni tiene banco. E Ribera è nel mirino dei popolari, che chiedono di togliere la socialista dal banco dei candidati. Il 20 novembre risponderà davanti al Parlamento di Madrid; se dovesse essere coinvolta in procedimenti giudiziari potrebbe valutare il passo indietro e a quel punto direbbe addio all’avventura in Europa.
Voti alla mano, Ribera potrebbe seriamente non passare. Senza il via libera del Ppe (il gruppo più numeroso all’Eurocamera) andrebbe incontro a una bocciatura. Situazione diversa per Fitto che – anche in assenza dell’ok dei socialisti – potrebbe contare sul sostegno di popolari e patrioti.
Fermo restando che, nel voto segreto, qualche «sì» lo potrebbe pescare anche dai liberali di Renew. Insomma, la sfida politica della Spagna si gioca sulla pelle dell’Europa. In particolar modo sul destino della presidente Ursula von der Leyen, chiamata a sbrogliare un nodo sempre più intricato.
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