Il processo all’ex governatore della Liguria Giovanni Toti è ancora in corso. Il Giudice per l’Udienza Preliminare dovrà valutare la richiesta di patteggiamento.

L’accusa:

L’inchiesta, nata a La Spezia per alcune ipotesi corruttive e di altri reati contro la pubblica amministrazione, si è poi estesa con la trasmissione a Genova e, secondo la Procura, avrebbe portato alla luce un sistema di tangenti e favori tra la Regione Liguria ed il mondo dell’imprenditoria. I reati: corruzione per l’esercizio della funzione, atti contrari ai doveri d’ufficio, corruzione elettorale.

Gli imputati:

Circa trenta. Tra questi Giovanni Toti, ex Presidente della Regione Liguria, insieme ad altri asseriti partecipi del c.d. “Sistema Toti”, come l’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, il capo di gabinetto in Regione Liguria ed alcuni imprenditori. Si aggiunge anche il filone che coinvolge soggetti legati, secondo la Procura, a Cosa Nostra, coinvolti con l’accusa di scambio elettorale politico mafioso.

Le date:

2020 – inizio delle indagini.
7 maggio 2024 – Giovanni Toti viene tratto in arresto per i reati di corruzione per l’esercizio della funzione ed atti contrari ai doveri d’ufficio. Nei suoi confronti viene disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari.
14 giugno 2024 – il GIP di Genova, Paola Faggioni, emette un’ordinanza di rigetto della richiesta di revoca o sostituzione della misura cautelare depositata nell’interesse di Giovanni Toti. Secondo il giudice la misura è “proporzionata alla gravità dei fatti e adeguata in relazione al grado elevato di esigenze cautelari da soddisfare”. Per la GIP Faggioni il rischio di inquinamento probatorio è concreto e attuale essendo le indagini ancora in corso (Toti potrebbe condizionare i funzionari della regione e del porto chiamati a deporre) e, più in generale, alla luce della condotta dell’ex Governatore, che avrebbe “tenuto un atteggiamento elusivo” sia negli incontri in luoghi privati sia nei luoghi pubblici.
C’è, inoltre, il rischio concreto e attuale di reiterazione del reato: per il giudice è evidente “la permanenza del pericolo che l’indagato possa reiterare analoghe condotte – peraltro ritenute pienamente legittime e corrette dal predetto – in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025 (o di ulteriori eventuali competizioni elettorali), per le quali il predetto aveva, peraltro, già iniziato la relativa raccolta di fondi”. “Tale pericolo si configura vieppiù concreto ove si consideri che il predetto continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti”.
In conclusione, “misure cautelari meno afflittive appaiono, allo stato, del tutto inadeguate rispetto alle esigenze cautelari tuttora presenti”.

20 giugno 2024 – la difesa di Toti impugna la decisione dinanzi al Tribunale del Riesame.
11 luglio 2024 – i giudici del Riesame respingono l’impugnazione cautelare: per il Tribunale della Libertà le ipotesi di corruzione sono “sorrette da gravi indizi che Toti non ha inteso contestare” (avendo egli da una parte preso atto delle accuse e dall’altra rivendicato di aver agito sempre nell’interesse pubblico) e rappresentano un’offesa tra le più gravi che possano essere inferte “al buon andamento dell’azione amministrativa, allo stesso rispetto della volontà popolare e ai diritti dei terzi”.
Il Presidente Toti, inoltre, potrebbe reiterare il reato avendo “dimostrato di non aver compreso appieno la natura delle accuse”: se è vero che “è stato per l’indagato necessario ‘farsi spiegare’ dagli inquirenti che è vietato scambiare la promessa o l’accettazione di utilità di qualsiasi tipo con favori”, per il giudice del Riesame “continua indubbiamente a sussistere il concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato”.
26 luglio 2024 – Toti si dimette da Presidente della Regione Liguria.
1 agosto 2024 – a seguito di una nuova richiesta di revoca della misura cautelare il GIP, ritenuto ormai insussistente il rischio di reiterazione del reato in conseguenza delle intervenute dimissioni e della chiusura delle indagini, dispone la liberazione di Giovanni Toti, che ha trascorso 80 giorni agli arresti domiciliari.

Com’è finita?

Il processo a Giovanni Toti è attualmente in corso; a settembre è stata avanzata una richiesta di patteggiamento, che sarà valutata dal Giudice per l’Udienza Preliminare.

Marianna Caiazza - avvocato penalista

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