All’inizio di questa campagna elettorale sembrava che “civismo” fosse la parola magica per vincere le elezioni. Guai a sostenere l’appartenenza di un candidato a questo o a quel partito: tutti erano della società civile e sostenuti liste civiche. Ora quella parola sembra ritorcersi contro i candidati fino a diventare sinonimo di inesperienza, insicurezza e figuracce. L’esclusione di quattro delle undici liste a sostegno del candidato di centrodestra Catello Maresca ne sono la conferma: due di quelle sono civiche, diretta espressione del pm con ambizioni da sindaco. Oggi, dunque, “civismo” fa decisamente rima con “dilettantismo”.

«Non mi scandalizza più di tanto il fatto che i movimenti civici poi inciampino su questioni formali – spiega lo storico Paolo Macry – Credo che certe cose non dovrebbero verificarsi ma il problema non è tanto la défaillance formale quanto i litigi interni alla coalizione». Alla vigilia della presentazione delle liste, infatti, si è aperto uno scontro tra Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Maresca: il risultato è che la coalizione è andata in frantumi. Passi falsi sulle procedure, dissidi tra i partiti, civici e politici incapaci di convivere generano uno scenario molto pericoloso. «La verità è che dietro tutto questo si cela la totale mancanza di visione e progetti per Napoli del centrodestra – commenta Macry – Oggi quale voto di opinione può raccogliere la destra? Anzi, quale opinione ha la destra?».

Resta poi un altro fatto: il civismo non sa convivere con la politica e viceversa. «Da parte dei civici continua a esserci una condizione di minorità rispetto ai politici, anche laddove ci sono risorse professionali civiche che magari si sono impegnate, presentando programmi molto articolati – prosegue Macry – e così non si va mai al punto. Sono fenomeni che rimangano polverizzati. In una città grande come Napoli si deve cercare di aggregare, di mettere insieme e quello che i movimenti civici napoletani non fanno mai è mettersi insieme. Anzi, si dividono sempre di più. Ci si aspetterebbe più forza dai civici».

La situazione, invece, è molto diversa. «Incertezze più o meno gravi e il trasformismo fanno pensare che ci sia tutto un rimestare di obiettivi politicistici – sostiene Macry – ma non va bene perché la società civile dovrebbe essere il superamento della politica politicante. Nelle condizioni attuali, invece, la società civile ha perso un’occasione».
E mentre il progetto della destra di riprendersi Napoli utilizzando l’arma del civismo sembra già definitivamente fallito, non sta meglio la coalizione di centrosinistra. «I cambi di casacche e il trasformismo – sostiene Macry – inficiano l’idea che una società civile riesca a costruire progetti e non chiacchiere pre-elettorali».

Tra civismo e partiti, ironia della sorte, quello che inizialmente era visto come “emarginato” oggi è il favorito e beneficia di questa distanza dalle parti. Si tratta di Antonio Bassolino che, stando ai sondaggi, sta recuperando notevoli percentuali di consenso. Segno, forse, che l’esperienza politica conta ancora qualcosa.  «Mi pare di capire che Bassolino sia l’unico con un’esperienza politica – conclude Macry – È chiaro che questo conta, d’altro canto raccoglie opinione. Nella sostanza, credo che Bassolino rappresenti una candidatura che qualche garanzia, tutto sommato, la dà».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.