Vladimir Putin non ha dubbi. Dopo l’incursione dell’esercito ucraino in territorio russo, il “nemico”, a detta del capo del Cremlino, “riceverà una degna risposta e non c’è dubbio che raggiungeremo tutti i nostri obiettivi”. Lo zar manifesta sicurezza davanti alla propria opinione pubblica, ma soprattutto rabbia. Ha detto che il suo esercito continua ad avanzare su tutta la linea del fronte, anzi, che il ritmo delle operazioni offensive è addirittura aumentato. Ha accusato le forze di Kiev di avere attaccato esclusivamente obiettivi civili e avere provocato una pericolosa escalation. Ha sottolineato che la mossa di Volodymyr Zelensky è stata dovuta alla volontà di migliorare la sua posizione negoziale sostenuta dall’Occidente. E su questo fronte, Putin ha anche chiuso ogni porta a qualsiasi processo di pace, almeno per il momento.

“Di quali negoziati possiamo parlare con persone che stanno colpendo indiscriminatamente civili e infrastrutture e stanno cercando di mettere in pericolo elementi dell’industria nucleare? – ha detto il presidente russo – Di cosa possiamo parlare con questa gente?”. Ma al netto del desiderio di compattare il fronte interno e del lanciare pesanti avvertimenti all’Ucraina, è chiaro che per il capo del Cremlino si tratta di un momento molto difficile. Sicuramente uno dei più duri dall’inizio della guerra. Per la prima volta durante il conflitto, la sua fortezza, la “fortezza Russia”, è stata invasa da forze nemiche. Che non hanno messo in atto una semplice incursione, ma hanno occupato alcune porzioni di territorio russo scatenando l’allarme lungo tutto il confine. E dopo giorni di battaglia, la situazione non appare ancora del tutto rientrata come nei desideri del Cremlino.

Secondo fonti militari delle Nazioni Unite, nella regione di Kursk potrebbero essere state schierate almeno tre brigate dell’esercito regolare ucraino. E ieri lo stesso Putin ha dovuto ammettere che l’operazione militare delle forze di Kiev rischia di allargarsi. “Se oggi Bryansk è relativamente calma, ciò non significa che sarà lo stesso domani. Vi chiedo di trattare la questione con la massima attenzione insieme alle forze di sicurezza e al quartier generale che si sta creando con l’Fsb”, ha detto Putin dopo aver sentito il governo locale, Aleksandr Bogomaz. “Il nemico continuerà a cercare di destabilizzare la situazione nella zona di confine per scuotere la situazione politica interna nel nostro paese”, ha affermato lo “zar”. Ed è quindi il segnale che da Mosca si attendono ulteriori sviluppi, e che l’incursione di Kursk potrebbe non essere un “semplice” blitz per colpire psicologicamente la Russia.

Secondo diverse fonti americane, gli Stati Uniti sanno che la risposta di Putin non si farà attendere. E il rischio che questa possa coinvolgere anche armi non convenzionali non è del tutto escluso. La tensione, dalle parti del Cremlino, ha superato i livelli di guardia. E le accuse reciproche tra Russia e Ucraina sull’incendio nella centrale nucleare di Zaporizhzhia è un enorme segnale sui pericoli di questa escalation. Per Zelensky l’incendio di ieri è stato provocato dai russi. Per Mosca, invece, la colpa è di un bombardamento ucraino. L’agenzia delle Nazioni Unite per l’energia nucleare ha garantito che non ci sono problemi né prove di perdite di materiale nucleare. Ma il fatto che la centrale di Zaporizhzhia sia ancora al centro dello scontro tra i due eserciti è qualcosa che preoccupa tutti, non solo russi e ucraini. Un incubo che caratterizza da sempre la guerra tra Mosca e Kiev. Ma che adesso, con lo “spostamento del conflitto nel territorio dell’aggressore”, come lo ha definito Zelensky, la tensione potrebbe di nuovo coinvolgere uno dei punti più critici dell’intero fronte di guerra.

Mentre la comunità internazionale cerca di evitare che l’impianto atomico venga inserito negli obiettivi bellici o diventi teatro di battaglie furiose e in grado di provocare un disastro dai contorni oscuri, gli osservatori si chiedono come possa evolversi questo momento di escalation. L’imbarazzo di Putin ormai è sotto gli occhi di tutti. E la sua “operazione antiterrorismo” per mandare via le forze nemiche dalla Russia è un banco di prova fondamentale sia per i servizi segreti che per la Difesa. Ma come ha sottolineato anche il Wall Street Journal, gli esperti si domandano anche quale possa essere il futuro del blitz dal punto di vista ucraino. Zelensky ha dimostrato di poter bucare le difese russe mettendo a nudo tutte le fragilità degli apparati avversari. Ma secondo il giornale americano, ora per Kiev nasce un dilemma strategico: continuare l’avanzata per chilometri, scoperchiando eventuali altri buchi nella sicurezza di Mosca, oppure fermarsi e fare in modo che armi e uomini vadano solo lungo la linea del fronte, per resistere all’invasione. La vittoria psicologica e militare l’ha già ottenuta in questi pochi giorni di battaglia. E ora bisogna capire come Kiev può passare all’incasso senza rischiare di perdere tutto.