Tremano le gambe della sanità campana, il virus ora è fuori controllo, i reparti sono pieni e i tracciamenti completamente saltati. Il sistema sanitario pubblico è al collasso e pensare di riuscire a gestire tutti i cittadini positivi oggi è un’utopia. Dopo l’allarme lanciato ieri dai reparti pediatrici del Santobono e del Policlinico, arriva il grido di aiuto dell’ordine dei medici.
«La situazione è critica, molto peggiore di quanto possa apparire, abbiamo bisogno di aiuto e ne abbiamo bisogno ora. Roma decida per una misura drastica». A parlare è il presidente dell’Ordine dei Medici del capoluogo campano, Bruno Zuccarelli, al termine di un approfondito, e per molti aspetti drammatico, confronto con i colleghi in servizio nelle principali strutture ospedaliere di Napoli e provincia. Medici universitari, medici di medicina generale, specialisti ambulatoriali, medici del 118 e medici impegnati in ogni altro ambito sono ormai sottoposti a uno stress non più gestibile e rischiano il burnout. Nel frattempo, i casi di Covid-19 in Campania sfiorano i 17.000 positivi al giorno.
«Né all’indomani del primo lockdown, né nel corso della seconda e terza ondata – sottolinea il leader dei camici bianchi – la nostra situazione è stata tanto grave, e ora rischiamo di perderne il controllo. Il dilagare della variante Omicron ha messo in ginocchio ospedali, ambulatori studi medici e rete dell’emergenza, e ciò che emerge oggi è solo la punta dell’iceberg. Entro una settimana o due al massimo, se non si interviene adesso, rischiamo di vedere a Napoli ciò che purtroppo abbiamo visto in Lombardia due anni fa». A fronte di un Covid-19 apparentemente più bando, l’enorme capacità infettiva del virus sta facendo ricadere sui pronto soccorso e sulle terapie intensive un numero enorme di accessi; una quantità di pazienti che il sistema sanitario regionale molto presto non sarà in grado di gestire. Non a caso ASL e Aziende Ospedaliere hanno già avviato la riconversione di reparti e hanno interrotto molte attività ambulatoriali e chirurgiche di elezione. Dopo mesi nei quali si è lavorato al recupero delle liste d’attesa, spendendo soldi dei contribuenti, dicono i medici di Napoli, ora si torna a rinviare controlli e cure.
Nella maggior parte dei casi, le direzioni strategiche hanno già provveduto a revocare ferie e permessi. «Una misura di estrema gravità che dovrebbe far comprendere quanto sia drammatico lo scenario», commenta Zuccarelli, che poi affronta anche il tema delle aggressioni nei pronto soccorso. «A causa del prolungarsi dei tempi d’attesa e dell’impossibilità di prendere in carico le situazioni meno gravi la tensione è alle stelle. I colleghi che lavorano in emergenza – dice – hanno paura. Gli insulti e le aggressioni sono all’ordine del giorno e spesso le guardie giurate non sono in condizione di impedire che dalle parole si passi alle vie di fatto». Una situazione potenzialmente esplosiva che, per la prima volta dall’inizio della Pandemia, spinge l’Ordine dei Medici di Napoli a chiedere un intervento deciso del Governo affinché vengano adottate decisioni drastiche. «Ciò che si decide oggi – ricorda Zuccarelli – avrà effetto a distanza di 10 o 15 giorni. Se vogliamo evitare il peggio è bene che si intervenga subito. Vi prego, non metteteci in condizione di dover applicare il codice nero».
Sulla situazione drammatica della nostra regione è intervenuta anche l’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”, da anni in prima linea per la tutela dei sanitari del 118. L’associazione ha reso nota una foto con decine di ambulanze in fila all’ingresso dell’Ospedale Cotugno di Napoli con un appello disperato: vaccinatevi e fatelo subito. Il vaccino è l’unica arma che abbiamo contro il Covid.