C’è una buona fetta del centrodestra italiano nella lista dei politici sgraditi al governo di Kiev in Ucraina. È il caso dei ‘Daspo’ inflitti dai governi ucraini nei confronti dei politici italiani inseriti in una sorta di black list degli “ospiti non graditi” nel Paese a causa delle dichiarazioni filo-Putin sulla Crimea e sul Donbass.

La prima, come noto, è la penisola occupata nel 2014 da forze armate ‘in incognito’, in realtà inviata da Mosca, in reazione alle proteste di Euromaidan che costrinsero alla fuga il presidente filo-russo Viktor Yanukovich. Dopo l’occupazione vi fu quindi un referendum tra la popolazione, che decise per l’annessione alla Federazione russa: una consultazione non riconosciuta a livello internazionale.

Il Donbass ancora oggi è terreno di scontro tra Russia e Ucraina: nella regione nell’estremo est del Paese è in corso dal 2014 una guerra civile che vede da una parte le truppe di Kiev e dall’altra i miliziani filo-russi, armati da Mosca.

Tornando ai ‘Daspo’, Repubblica scrive che nella lista degli ospiti sgraditi vi sono almeno due big della politica italiana. Uno è Silvio Berlusconi, la cui amicizia con Vladimir Putin è cosa nota. Il Cavaliere fu oggetto di Daspo nel 2015 per tre anni: il motivo era la sua visita in Crimea assieme allo Zar del Cremlino, in visita al cimitero di guerra di Sebastopoli e a Yalta.

Ma altro leader di peso a subire il Daspo è Matteo Salvini. Anche lui andò in Crimea, nel 2014, postando un video da Sebastopoli in cui definiva “regolare e libero” il referendum contestato da Unione Europea e Nato. Anche in questo caso, sono ormai noti i rapporti di amicizia tra Salvini, la Lega e Mosca, dall’accordo tra Carroccio e Russia Unita, partito di Putin, alla vicenda che coinvolge Gianluca Savoini e i presunti finanziamenti russi al partito.

Tra gli altri ‘Daspati’ c’è un secondo ‘big’ della Lega come Edoardo Rixi. Il deputato del Carroccio si era recato a Mosca e poi in Crimea, viaggio che gli era costato l’inserimento nella black list ucraina. Rixi che spiega oggi che all’epoca si mosse “a tutela delle aziende da assessore regionale ligure allo sviluppo economico, per dare una mano alle nostre imprese che operavano in quella zona”.

Secondo Repubblica è ancora in corso il provvedimento di Dasp nei confronti di Vito Comencini, il deputato leghista che con la guerra in corso ha tentato di raggiungere il Donbass, e lo stesso Gianluca Savoini.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia