Quella di Torre del Greco è una storia tremenda ma che racconta anche di fragilità e incomprensioni non affrontate. È la storia di una mamma piombata in un incubo da cui quando si è risvegliata era tutto ancora peggio. Adalgisa, 40enne di Torre del Greco, domenica sera era sulla spiaggia con il suo bambino. Poco dopo il suo piccolo Francesco, di appena 2 anni era affogato, il suo corpicino ritirato dalle onde sulla spiaggia senza vita. Ora la donna è stata sottoposta a fermo con l’accusa di omicidio.
Il giorno dopo quella tragica serata la mamma avrebbe dovuto accompagnare il piccolo da uno psichiatra infantile per capire se avesse qualche disturbo psichico. Un timore che aveva da qualche tempo ma che non aveva ancora mai trovato una diagnosi scientifica. Secondo gli investigatori proprio quell’ansia avrebbe portato la donna a compiere quel terribile gesto: gettare nel mare il suo piccolo.
“La signora da mesi era entrata in un tunnel buio. Non era più in sé – ha detto l’avvocato di Adalgisa, Tommaso Ciro Civitella – Confidiamo ora nelle indagini della Procura, sperando che possano aiutarci a capire che cosa sia accaduto. Di certo non si è trattato di un gesto volontario: quella povera donna, quando l’ho incontrata in caserma, aveva dei vuoti di memoria assoluti. Dev’essersi trovata sulla spiaggia senza neppure sapere il perché”. Nell’ultimo periodo la donna si era convinta che il figlio fosse affetto da autismo e che la sua vita sarebbe stata troppo complicata. Ma una diagnosi non c’era ancora. C’era solo molta paura.
Secondo la ricostruzione fatta dal Corriere della Sera, i carabinieri nelle indagini avrebbero rilevato che Francesco aveva sì dei problemi ad esprimersi ma nulla di grave e che forse questi avrebbero potuto essere risolti con un po’ di logopedia. Ma Adalgisa forse conosceva già il dramma del disturbo psichico: in famiglia pare che ci fossero dei precedenti. La donna non era serena, litigava spesso con il marito, un ingegnere, con cui vive nel centro di Torre del Greco e con cui ha anche un’altra bambina di 7 anni.
Arriviamo così alla notte del dramma. Adalgisa era uscita per una passeggiata pomeridiana con suo figlio la domenica del 2 gennaio. Ma intorno alle 21 il marito non vedendola rientrare si era preoccupato e aveva allertato i carabinieri. Poi aveva chiesto ad amici e conoscenti se l’avessero vista. Qualcuno gli ha detto che era in spiaggia. Così l’uomo si è precipitato nei pressi del lido “La Scala” e l’ha trovata lì vicino alla scogliera. In acqua il piccolo. Subito si è tuffato per cercare di salvarlo.
Due ragazzi di Torre Del Greco allertati dalle grida della donna si sono tuffati per aiutare papà e bambino, hanno preso il piccolo che era già molto freddo e adagiato sulla spiaggia insieme al papà e allo zio, medico, accorso per aiutare il fratello. Ha provato a rianimarlo per lunghi interminabili minuti. Intanto i due ragazzi tiravano fuori dall’acqua anche la madre che pronunciava frasi sconnesse e contrastanti tra loro. Tra le tante versioni riferite, anche quella di avere subìto una rapina ad opera di sconosciuti.
Poco dopo la costatazione che per il piccolo non c’era più niente da fare. E così l’inizio di un altro dramma. Dopo un interrogatorio durato molte ore nella caserma dei carabinieri, Adalgisa ha confessato al procuratore di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso ed è stata portata al carcere di Pozzuoli.