Cagliari. Il sorriso è svanito in poche ore, insieme alle parole d’orgoglio e partecipazione per l’oro e l’argento colti a Parigi dagli oristanesi Marta Maggetti e Stefano Oppo. L’eolico, Far West feroce e impattante sulla terra dei Quattro mori, tiene banco. Urla e improperi si inseguono su distese di pannelli fotovoltaici, sedute comunali e assemblee infuocate, progetti in essere e altri in freezer, tir per il trasbordo delle pale dai porti ai cantieri, scortati dalla polizia. Una triste colonna sonora di un’isola che in questi giorni ospita centinaia di migliaia di vacanzieri. “Sulle energie rinnovabili non ci dormo la notte” ripete Alessandra Todde. La governatrice è sotto attacco.

“La presidente è confusa, era con Draghi sull’eolico. Ci faccia sapere cosa vuole fare”. Paolo Truzzu, candidato del centrodestra sconfitto alle regionali dal Campo largo, non cerca scorciatoie. Insomma, clima rovente. E non solo per i 40 gradi medi quotidiani. Il tema, con sanità, trasporti e siccità, apre il poker critico su cui la Giunta della pentastellata di Nuoro ribatte. A Desulo, cuore della Barbagia, ha ricordato: “Ero viceministro del governo Draghi ma le competenze energetiche erano del ministero dell’Ambiente. Nel comitato Transizione ecologica rappresentavo le industrie e non ho visto quel decreto: non mi sono accorta, data l’implementazione di una direttiva europea, delle complicazioni legate alla gestione futura degli impianti. Inoltre, il decreto – ha rimarcato ai cittadini, divisi tra incertezza e mugugno – prevedeva che le aree idonee fossero fatte in 180 giorni. Le abbiamo attese due anni e mezzo”. I tempi e il merito. Ma non basta. La Giunta delibera su Autonomia differenziata, con impugnazione alla Corte Costituzionale, rimodulazione fondi comunitari, contrattazione collettiva regionali, materie prime, comparto pubblica istruzione, agricoltura e lavoro. Su questo fronte brilla il Programma complementare con 374 milioni di euro, 262 provenienti dal bilancio statale, e 112 da quello regionale.

“Destineremo 120 milioni all’inclusione sociale e a potenziare i servizi per le persone” il leitmotiv. Intanto, sulla sanità è attesa a settembre la riforma e il turn over dei vertici ospedalieri. Per gli aspetti green fibrillano ambientalisti, comitati spontanei di cittadini, associazioni giovanili e municipalità. E risiamo alla transizione energetica. L’idea di un parco eolico a ridosso della reggia nuragica di Barumini, nei mari dell’Ogliastra o nella piana di Villacidro, incute timore. Anche in una Regione che usa il carbone per produrre energia elettrica. Un quadro contradditorio. Dai mille responsabili, passati e presenti. “Riprenderemo in mano il piano energetico, fermo dal 2016. Mi spaventa immaginare distese di agrivoltaico e pale eoliche dove non dovrebbero essere”. L’allerta sale. Intellettuali, volti tv, attrici, con in prima fila la Bond girl, Caterina Murino, gruppi editoriali e influencer sono con i sindaci e le comunità locali. La speculazione energetica mette i brividi. Apre scenari complicati da sanare.

“Non accetteremo la transizione ecologica sulla pelle dei sardi. Anche la decarbonizzazione deve contribuire ad abbattere le bollette”. La posizione della presidente della Giunta ha scatenato le opposizioni. “Chi vorrebbe le pale eoliche vicino al Colosseo? Noi non le vogliamo nel Supramonte di Orgosolo” la frase dalla Todde rivolta ai cronisti. “Contraddirci? No, si deve far quel che serve nelle zone giuste. La Sardegna tutela ambiente e paesaggio, sono il portavoce di queste prerogative” ha ribadito la premier in tv. In breve, battaglia aperta. Per nulla scalfita dalle polemiche sulla moratoria dei diciotto mesi che ha bloccato le autorizzazioni. “Facciamo in modo che i progetti non vengano approvati, specie se non vanno bene alle popolazioni e al rispetto alle aree che abbiamo definito. L’obiettivo? Decarbonizzati entro il 2040”. Ovvero, il via al piano straordinario su edifici pubblici, comunità energetiche e infrastrutture dei consorzi industriali. Il dolce sta in fondo: “L’insieme deve impattare con le bollette dei sardi”.

La transizione verde è il bersaglio. Su tempi, modi e ricadute concrete, i cittadini hanno diverse ragioni per essere scettici. La presidente accelera: “La sospensiva blocca ogni nuovo progetto di energia rinnovabile, eolico e fotovoltaico. Ferma l’assalto speculativo delle multinazionali. Faremo la transizione come vogliamo. Le pale arrivate a Oristano? Sono per un impianto i cui lavori sono iniziati da oltre un anno. Noi abbiamo bloccato le nuove autorizzazioni perché sono soggette a regole non sensate per la Sardegna”. Da villa Devoto, sede istituzionale della Giunta, giunge un mantra: “La Sardegna non è e non sarà il laboratorio di nulla”. Il riferimento è al progetto – mille ettari acquistati dalla società cinese Chint – di un mega parco eolico nella Nurra, area agricola tra Alghero e Sassari. La parola di Alessandra Todde su questa vicenda, e altre simili, per i sardi non potrà essere cangiante.

Mario Frongia

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