Lo sfogo
Il figlio di Sonia Battaglia accusa il vaccino e saluta la mamma: “Te ne sei andata per il tuo senso civico”
“Ciao mamma, sarai la cosa più bella della mia vita, te ne sei andata per un vaccino, per un senso civico”. Non si dà pace Mario Conte, figlio di Sonia Battaglia, la donna 54enne di San Sebastiano del Vesuvio (Napoli) ricoverata da giorni all’ospedale del Mare di Napoli in terapia intensiva e morta questa mattina dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca. Battaglia, che da vent’anni lavora nella segretaria dell’Itis Enrico Medi di San Giorgio a Cremano, aveva ricevuto una dose appartenente al lotto ABV5811, quello sequestrato in tutta Italia da parte dei Nas su disposizione della procura di Biella.
La donna si era vaccinata il primo marzo scorso ed era inserita nelle graduatorie gestite dall’Asl Napoli 2 nord. Attualmente resta tutto da dimostrare l’eventuale rapporto di causa tra vaccinazione anti-Covid e il ricovero in terapia intensiva della donna dovuto all’emorragia cerebrale che l’ha colpita, seguito poi da un infarto. “Ti guarderò sempre così – scrive su Facebook il giovane – tu che mi chiamavi la mattina per chiedere come stavo, tu che mi facevi i complimenti per tutto, mi dicevi che ero bellissimo anche quando mi svegliavo la mattina. Tu che pensavi prima a noi poi a te. Tu che hai fatto di tutto per i tuoi figli, per tuo marito”. Una vera e propria tragedia, visto che la donna era in salute.
LA VICENDA – Due giorni dopo la dose di Astrazeneca ha iniziato ad avere la febbre. Sintomi – avevano spiegato i familiari – considerati “normali” dal medico di base. “Al terzo giorno – aveva sottolineato il figlio Raffaele – mia mamma ha iniziato a vomitare senza sosta, abbiamo chiamato l’ambulanza con i sanitari che le hanno messo una flebo per recuperare tutti i liquidi che stava perdendo”. Nei giorni successivi “mia mamma dormiva in continuazione e non riusciva a parlare, si addormentava mentre parlava”.
“La sera del 12 marzo abbiamo richiamato l’ambulanza la quale dopo aver controllato i parametri vitali si è rifiutata di portarla in ospedale e tenerla sotto controllo. La mattina seguente ovvero sabato 13 marzo ho chiesto a mia madre di muoversi e di alzare la gamba sinistra, lei era convinta di riuscire ad alzarla ma invece era totalmente immobile. L’ho presa in braccio e portata al pronto soccorso dell’Ospedale del Mare dove è entrata immediatamente e le hanno fatto una tac alla testa che ha evidenziato una emorragia cerebrale. Poi ci hanno detto che aveva anche una occlusione dell’aorta causata da una placca. Ma non era finita, due ore dopo ci hanno detto che ha avuto dei trombi polidistrettuali e anche un infarto. A quel punto è stata messa in coma farmacologico”.
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