Il caso
Il fuggitivo Orso Papillon scappa di nuovo dal recinto di Casteller, gli ambientalisti: “Deve rimanere libero”
Il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha comunicato al Consiglio provinciale, riunito da stamattina per la discussione dell’assestamento di bilancio, di una nuova fuga dell’orso M49, denominato Papillon, dal recinto protetto del centro del Casteller, dove si trovava dalle prime ore del 29 aprile scorso. Il 28 era stato catturato in ottemperanza a un’ordinanza emessa a seguito delle ripetute incursioni dell’animale in baite e altri manufatti. L’orso nel corso della notte è riuscito a superare la barriera elettrica e, raggiunta l’ultima recinzione, ha divelto la rete elettrosaldata piegando l’inferriata dello spessore di 12 millimetri, fino a ricavarne un’apertura sufficiente per scivolare all’esterno.
Ad accorgersi dell’accaduto è stato il personale di guardia del recinto che, nonostante il fatto sia accaduto al di fuori del campo coperto dalle telecamere, ha notato come il segnale del radiocollare a un certo punto partisse dall’esterno del recinto. Sono state immediatamente disposte le procedure per ricostruire i movimenti dell’animale e per localizzarlo. Al momento risulta fermo in un’area della Marzola, che i forestali stanno presidiando.
IL CASO – Da poco catturato dopo la sua fuga di quasi un anno fa, l’Orso Papillon è fuggito di nuovo dal recinto nonostante fosse stato castrato. Tre mesi di chiusura sono bastati e avanzati all’animale, che ha deciso nuovamente di scappare e sfuggire alla reclusione. Del resto, l’orso M49 è recidivo alle fughe. Tutto comincia nell’annata tra il 2018 e il 2019 quando l’orso ha fatto razzie di animali in numerose fattorie e aziende della zona. Secondo la ricostruzione dei dati sulla caccia di bovini, capre e altri animali, all’orso gli è stata attribuita il 50% della predazione tanto da diventare il maggior ricercato del Trentino. Nell’agosto 2018 fu catturato una prima volta con tanto di radiocollare, ma in seguito lo lasciarono libero e la Provincia pagò il conto di oltre 30 mila euro di indennizzi ai privati danneggiati.
Dopo una escalation di altre razzie, a metà del 2019 ne è stata decisa la cattura avvenuta precisamente un anno fa, nel luglio del 2019. Ad annunciarlo fu lo stesso Presidente Fugatti, ma la clausura non durò molto: poche ore dopo fuggì di nuovo. Tra avvistamenti nelle montagne e le vallate del Trentino, altre predazioni registrate, raccolte di firme per lasciarlo libero e appelli che coinvolsero diversi esponenti della società civile, la sua fuga terminò a fine aprile dello scorso anno dopo dieci mesi di libertà. dove fu nuovamente rinchiuso e sterilizzato.
LE REAZIONI – In particolar modo gli ambientalisti in queste ore si stanno appellando alla scelta di lasciarlo libero. Secondo quanto dichiarato dalle associazioni ambientaliste, non è tanto il numero di esemplari a causare problemi quanto la gestione della loro presenza accanto a quella dell’uomo, con il rispetto delle regole di convivenza. Accanto a loro è sceso in campo molte volte anche il ministro Sergio Costa, il quale non è mancato di commentare la notizia della fuga dell’orso Papillon: “L’orso Papillon è fuggito per la seconda volta. Questa volta è con il radiocollare e quindi facilmente monitorabile. Chiedo al Presidente della Provincia di Trento di lasciarlo libero perché è nella sua natura”.
L’orso #Papillon è fuggito per la seconda volta. Questa volta è con il radiocollare e quindi facilmente monitorabile. Chiedo al Presidente della Provincia di #Trento di lasciarlo libero perché è nella sua natura. Stiamo monitorando, nel frattempo #PapillonLibero #m49 pic.twitter.com/NjXuLaY5yb
— Sergio Costa (@SergioCosta_min) July 27, 2020
© Riproduzione riservata