Dalla sua nomina sono passati 13 mesi...
Il garante ‘abusivo’, Pietro Ioia: “Mai più visto de Magistris, doveva venire con me in carcere”

Da quando nel dicembre del 2019 è stato nominato garante dei diritti delle persone detenute e private della libertà personale per il Comune di Napoli, non ha più visto il sindaco Luigi de Magistris né si è relazionato con la sua amministrazione. A rivelarlo è lo stesso Pietro Ioia, ex detenuto (ha scontato 22 anni di carcere) e oggi punto di riferimento di centinaia di familiari di carcerati.
Nel corso dell’inchiesta condotta da Report sulla situazione nelle carceri italiane durante l’emergenza coronavirus, Ioia ha ammesso a “malincuore” che con de Magistris “non ci siamo più visti dalla mia nomina. Doveva venire con noi a visitare alcuni penitenziari ma non si è mai presentato” ha aggiunto il garante napoletano che per l’attività che svolge non percepisce alcun compenso economico a differenza dei garanti regionali.
Ioia è un rappresentante del comune di Napoli ma, così come sottolineato da Bernando Iovene, il giornalista che ha condotto il reportage, non mette piede a palazzo San Giacomo né si relaziona con il sindaco, che ha annunciato nelle scorse ore la candidatura a governatore della Calabria, e con il suo staff. “Mi definisco un garante abusivo, il mio ufficio è il bar dove incontro i familiari dei detenuti” spiega Ioia che aggiunge: “Prendo nota di tutti i problemi denunciati dai loro parenti e li porto al direttore del carcere e al dirigente sanitario”.
Ioia nei mesi scorsi era stato definito, pure senza essere nominato, “Garante della chiavicumma” dal consigliere regionale dei Verdi, nonché giornalista professionista, Francesco Emilio Borrelli. Offese pronunciate nel corso di una diretta Facebook contro chi, durante l’emergenza coronavirus, decideva di impegnarsi nella lotta a tutela dei diritti dei detenuti per evitare il contagio degli stessi. Parole che hanno portato Ioia, assistito dall’avvocato Raffaele Minieri, consigliere della Camera Penale di Napoli e membro della Direzione Nazionale Radicali Italiani, a presentare denuncia-querela presso la Procura di Napoli.
A distanza di otto mesi, e dopo l’iniziale richiesta di archiviazione avanzata dal pm Francesca De Renzis perché le espressioni adottate da Borrelli “non appaiono idonee a ledere la reputazione della persona offesa”, il Gip del Tribunale di Napoli, Roberto D’Auria, ha accolto l’opposizione dell’avvocato Minieri chiedendo al magistrato la formulazione dell’imputazione coatta nel giro di 10 giorni, ovvero la formulazione del capo di imputazione.
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