Lettera aperta ai Ricostituenti
Il giudizio su De Magistris: cosa ne pensano gli intellettuali che strizzavano l’occhio al sindaco?
Trovo di grande interesse la discussione, sviluppatasi sulla stampa cittadina, sulle iniziative di Ricostituenti per Napoli e Per Napoli Civile, i due movimenti che si stanno interrogando sul futuro della nostra città dopo che il sindaco Luigi de Magistris avrà abbandonato la carica. Vorrei provare a sviluppare qualche riflessione. Ho molto apprezzato l’articolo di Alfredo Guardiano, magistrato equilibrato e persona garbata, e la sua analisi sugli ultimi vent’anni di vita cittadina. Per grandi linee la condivido. Quella che oggi governa Napoli è una classe dirigente autoreferenziale, priva di una vision, incapace di parlare al resto del Paese, al Mediterraneo (di cui dovrebbe essere capitale) e all’Europa, oltre che di aprirsi a mondi vitali come l’imprenditoria, l’intellettualità, il mondo accademico, l’associazionismo e i sindacati. Il giudizio espresso da Guardiano è da sottoscrivere e condividere in toto, senza indugio alcuno.
Mentre leggevo, però, mi sono posto comunque alcuni interrogativi. Guardiano parla degli ultimi vent’anni, periodo che ricomprende il decennio in cui Luigi de Magistris è stato sindaco di Napoli. Il suo riferimento al verbo “scassare” elimina qualsiasi dubbio in proposito. Prima questione, dunque: chiederei sommessamente a Maurizio de Giovanni se condivide la severità dell’analisi, essendo stato lo scrittore tra i principali cantori tanto delle giunte Jervolino (ricordo il suo indissolubile legame con l’assessore Nicola Oddati), e di quelle de Magistris, dal quale ha preso, molto en passant, le distanze solo dopo il defenestramento di Nino Daniele. Condivide il rigore e la severità di Guardiano l’ottimo Domenico Ciruzzi, che dal sindaco è stato delegato a presiedere la prestigiosa Fondazione Premio Napoli e che si è, anche in tempi recenti, profuso in apprezzamenti entusiastici sull’esperienza politico-amministrativa di de Magistris? Andrea Mormiroli, a lungo capo dello staff dell’assessore Palmieri e legato a Sergio D’Angelo, ancora oggi vicino al “sindaco con la bandana”, è sulla stessa lunghezza d’onda di Guardiano?
Le giunte de Magistris, per queste personalità che hanno aderito al manifesto di Ricostituente per Napoli, hanno rappresentato un disastro per la città? Mi fermo qui ma potrei tranquillamente continuare. De Giovanni, Ciruzzi, Mormiroli e gli altri farebbero bene a chiarire il loro giudizio su come Napoli è stata amministrata negli ultimi nove anni; in caso contrario, tutti i Ricostituenti rischierebbero di vedere ridotti il loro appeal e la loro credibilità! Un altro interrogativo vorrei porlo agli amici del gruppo dirigente del Partito democratico: come mai tanta solerzia nell’accogliere l’invito alla contaminazione ed all’apertura dei Ricostituenti e tanto distacco verso Per Napoli Civile? Avranno pesato le iniziative pubbliche e l’attività di denuncia che, da sempre, diversi esponenti di quest’ultimo movimento portano avanti nei confronti della giunta de Magistris?
Il dubbio non mi sembra così infondato, visto che il Pd continua a governare con il “satrapo arancione” la Città Metropolitana e che un suo “assessore metropolitano” è stato candidato dal Pd a sindaco di Giugliano, una delle più importanti e popolose città della Campania. Sarebbe utile capire meglio, perché l’esperienza del civismo è preziosa e dovrebbe svilupparsi evitando e superando contraddizioni, zone d’ombra e tentativi opportunistici di riposizionamento. La città ha bisogno di chiarezza, progetti, strategie limpide che guardino ai prossimi 30 anni e, soprattutto, di una classe dirigente trasparente, credibile e con le spalle larghe per affrontare le impegnative e drammatiche sfide che l’attendono.
© Riproduzione riservata