Il rimpasto del neo premier
Il governo Attal riparte da tre donne, una metro e dalla scuola: “Siate rivoluzionari”
Il presidente Macron ha investito politicamente tutto in questo esecutivo
Il nuovo premier francese, Gabriel Attal, 34 anni, si è insediato ieri a Parigi. Sostenitore di Emmanuel Macron sin dalla fondazione del partito En marche nel 2017, Attal è stato ministro dell’Istruzione nel governo precedente e ha assunto l’incarico di primo ministro il 9 gennaio a seguito delle dimissioni di Élisabeth Borne, su nomina dello stesso Macron. La carriera politica di Attal era partita delle fila del Partito socialista, in cui ha militato per circa dieci anni tra il 2006 e il 2016. La sua transizione verso il movimento di Emmanuel Macron è rapida: nel 2017 (ha 29 anni) si candida come deputato all’Assemblea nazionale per la 10ª circoscrizione degli Hauts-de-Seine alle elezioni legislative di quell’anno tra le file del nuovo partito di Macron, La République En Marche, venendo eletto.
Ieri Parigi era in fermento per l’insediamento del nuovo governo dopo il colpo di scena che ha visto la fine dell’esecutivo a guida di Élisabeth Borne e Attal, nominato martedì primo ministro da Macron. Alle ore 11 di ieri mattina si è tenuto il primo Consiglio dei ministri, esortato da Macron: «Da voi mi aspetto dei risultati, più e più risultati». Il presidente Macron ha investito politicamente tutto in questo esecutivo. Gli auguri alla nuova squadra non sono di circostanza. Già dalla scelta delle parole: «Siate rivoluzionari! Auspichiamo il ritorno alle origini di ciò che siamo, superando noi stessi al servizio del Paese: lo spirito del 2017». Nominati giovedì sera, i ministri sono entrati in carica ieri con il passaggio dei poteri, prima di partecipare al Consiglio durato una trentina di minuti e non seguito da un resoconto alla stampa. Qualcosa di inusuale. Ma la nuova squadra di governo – sin dalla nascita – rompe su molti punti con la tradizione e con alcuni principi fondamentali del “macronismo“, gli stessi che hanno permesso al capo dello Stato di conquistare il potere nel 2017.
E per la prima volta, il Consiglio dei ministri si è riunito nella “sala verde” dell’Eliseo, cioè nella sala di riunione e di lavoro del presidente, accanto al suo ufficio, più piccola della “sala degli ambasciatori” dove si tiene abitualmente. La principale sorpresa del rimpasto è stata una donna: Rachida Dati al Ministero della Cultura, a testimonianza di una lotta politica interna alla Francia particolarmente viva tra i partiti e i movimenti. Dati proviene dalla destra, ha grande esperienza politica ed equilibra il governo tra i moderati. Era stata portavoce di Nicolas Sarkozy alle elezioni presidenziali del 2007, ministro della Giustizia nel primo e secondo governo Fillon, eurodeputata gollista dal 2009 al 2019. Bisogna sminare il terreno dell’estrema destra e Rachida Dati può diventare un punto di riferimento per attirare il consenso meno tradizionalmente macronista.
Ma a far parlare è anche un’altra donna, la nuova ministra per i Rapporti con il Parlamento Marie Lebec che arriva in metro e parte con il suo autista verso l’Eliseo. «Non è comunicazione. Per me era importante poter arrivare rapidamente al ministero», ha detto alla Tv francese. Lei è il più giovane membro del governo, vive in periferia, ha 33 anni, macronista, succede a Franck Riester e ad altri 36 predecessori maschi. Quella dei fatti è la miglior risposta alla polemica di chi sostiene che il presidente Macron abbia sotto rappresentato le donne nei ruoli chiave. E proprio alla responsabilità istituzionale di una donna si è rivolto con enfasi il neo premier Attal, ieri, durante il primo consiglio dei ministri. «La scuola sarà la madre delle battaglie del mio governo e io ne sarà il garante», ha detto l’ex ministro dell’Istruzione promosso in occasione del passaggio di consegne con la ministra Amélie Oudéa-Castera, che prenderà il suo posto all’Istruzione. Il neo-premier ha poi assicurato che «la battaglia per la laicità a scuola e nella Repubblica ovviamente prosegue» e ha sottolineato la sua volontà di «fare applicare pienamente la legge». Il presidente Macron parlerà «all’inizio della prossima settimana», prima delle dichiarazioni di politica generale del nuovo capo del governo.
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