Propaganda a caccia di consenso
Il governo del “ritocchino”: scudo erariale, rottamazione quater, piccoli condoni e occhiolino ai no vax. Sicurezza lavoro? Nulla…
Campagna elettorale con il Milleproroghe. Sicurezza sul lavoro, nulla sulla giungla dei subappalti e sulla trasparenza
Il governo del “ritocchino”. Sempre in un verso solo però. Difficilmente infatti i ritocchi in questione, che sono legislativi, aiutano chi ha meno. O emergenze sociali come la sanità o la sicurezza nei cantieri. Tranne qualche rara eccezione – ad esempio nel decreto Milleproroghe votato ieri alla Camera con la fiducia (ora andrà al Senato) è tornata l’esenzione dell’Irpef agricola, per i redditi fino a 15mila euro annui – i ritocchi sono per lo più scudi erariali, condoni, rinvii nei pagamenti. Se si parla di sicurezza sul lavoro, dei mille e passa morti nel 2023 e dei 146 – l’ultimo è un operaio caduto ieri da una impalcatura alta di tre metri – gli unici ritocchi che vengono in mente al governo sono di tipo penale. È allo studio un nuovo reato – l’omicidio sul lavoro – ma nulla sulla giungla dei subappalti a ruota libera (nel cantiere killer di Firenze sono più di trenta) e nulla per una vera sicurezza e trasparenza.
Milleproroghe, le ‘marchette’ dopo la legge bilancio
La ministra Calderone sta lavorando ad un nuovo decreto, promette l’aumento del 40% dei controlli ma intanto basterebbe fare qualcosa di molto semplice: dare piena operatività ad una decina di decreti attuativi per completare le misure in tema di sicurezza sul lavoro previsti dal Testo unico sulla sicurezza che risale ormai al 2008 e che, se in vigore, abbatterebbero la scarsa qualificazione delle imprese spesso la causa prima delle disgrazie.
Ma andiamo con ordine. E partiamo dai “ritocchini” del Milleproroghe. Quelli “utili” e “positivi” sono favore degli agricoltori (il taglio dell’Irpef) e dei medici (scudo penale e al lavoro fino a 72 anni, anche rientrando dalla pensione). Poi però nei 29 articoli della legge – che dietro la scusa della proroga è da sempre la compensazione a molte marchette che non si è riusciti a mettere nella legge di bilancio – troviamo un nuovo scudo erariale per i funzionari della pubblica amministrazione: per tutto il 2024 gli amministratori pubblici saranno sollevati da responsabilità contabili in caso di colpa grave. Troviamo, appunto, la rottamazione quater: si riaprono i termini e si potrà pagare entro il 15 marzo 2024 le prime due rate scadute. Riapre i battenti anche il ravvedimento speciale per le dichiarazioni annuali Iva, redditi e Irap relative al 2022, validamente presentate.
Governo lisca il pelo ai no vax
Piccoli condoni con cui il governo spera di fare un po’ di cassa. Tra i ritocchini brilla la proroga di sei mesi, fino al 31 dicembre, per i dipendenti pubblici che rifiutarono il vaccino. È un mancato incasso di qualche decina di milioni (150 stimano i 5 stelle) ma non è questo il problema: è la seconda volta in pochi giorni che governo e maggioranza lisciano il pelo ai no vax, lo hanno fatto la scorsa settimana approvando la Commissione parlamentare sul Covid (giusta in quanto tale ma è stato chiaro dal dibattito che ne sarà fatto un uso politico) e ora con questa proroga che possiamo scommettere sarà nuovamente prorogata a fine anno. In compenso sono stati trovati duemila euro per le medaglie ai cuochi stellati nelle varie discipline: primi, secondi, dessert. “Voteremo No ad un provvedimento con molte ombre e poche luci e che ancora una volta premia i furbetti e penalizza i cittadini onesti”, ha detto in dichiarazione di voto Simona Bonafè (Pd).
“I 400 milioni di euro stanziati con il Milleproroghe sono infatti serviti per lo stop alle multe per chi non si è vaccinato, per la riapertura dei termini della rottamazione delle cartelle esattoriali e per il nuovo condono. In questo modo vengono umiliati il personale sanitario, che è stato in prima linea contro la pandemia, ed i contribuenti onesti: l’unica proroga fiscale che avevamo chiesto come Pd e che riguardava il differimento dei termini per imprese e famiglie colpite dall’alluvione in Toscana è stata però bocciata”. I 400 milioni circa – tanto è il valore del Milleproroghe – avrebbero potuto prendere diverse strade. Ad esempio, ha puntato il dito Mara Carfagna, “potevano finanziare gli ecosistemi tecnologici al sud su modello di quanto già avviene a San Giovanni a Teduccio a Napoli. Bastavano 200 milioni per adottare l’atto amministrativo per farli vivere. Ennesima occasione sprecata”. Così come il taglio agli incentivi per il lavoro femminile e giovanile.
Morti sul lavoro, la “patente a punti” per inchiodare le imprese
Vediamo ora quali altri ritocchini ha in mente il governo per combattere l’insicurezza nei cantieri. S’è detto del nuovo reato di omicidio sul lavoro. Di aumenti del 40% degli ispettori del lavoro. Ma ci sarebbe altro di più utile ed efficace. Ad esempio rendere operativo il decreto attuativo che riguarda la qualificazione delle imprese, la cosiddetta “patente a punti”, il certificato di qualità e trasparenza per le ditte che vincono gli appalti. Una norma che consente prima di sapere se la ditta ha gli operai necessari e qualificati per lavorare nel cantiere. Tutto questo potrebbe spazzare via in un colpo solo il lavoro a nero e non qualificato, i subappalti farlocchi e le ditte fantasma. Sarebbe utile far essere operativa la legge 215 del 2021 che vede l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inail) come agenzia unica nazionale per pianificare e coordinare gli interventi nel territorio. Oggi invece la competenza è in capo alle regioni che hanno regole proprie. Alcune regioni sono virtuose. Altre molto meno. È tutto drammaticamente frammentato mentre gli operai lavorano sempre più in trasferta. E, lavorando, muoiono tre persone al giorno. Ci sono i ritocchini buoni per la propaganda e il consenso. E quelli utili per fare dell’Italia un paese migliore. Vanno avanti i primi. I secondi possono attendere.
© Riproduzione riservata