Come noto, il principale provvedimento economico progettato e approvato da parte del governo di un paese è la sua legge di bilancio per l’anno successivo: con laterale gesto di imperialismo, si potrebbe persino sostenere che si tratti in assoluto del principale provvedimento legislativo da parte del governo, senza limitarsi alla sola sfera dei “denari pubblici”. L’orizzonte annuale della legge di bilancio –che è l’unica dotata del potere vincolante di autorizzare il complesso delle spese pubbliche per l’anno successivo- si arricchisce comunque di una dimensione temporale più ampia, cioè i tre anni del Documento di Economia e Finanza (DEF), le cui previsioni vengono per l’appunto aggiornate a settembre con l’ormai famosa NADEF (Nota di Aggiornamento al DEF): è notizia di ieri che il governo Meloni ha agevolmente ottenuto l’approvazione alla Camera della NADEF stessa e dello scostamento di bilancio, che deve avvenire a maggioranza assoluta dei suoi membri a seguito della legge costituzionale del 2012 che ha inserito nella nostra Costituzione il principio del pareggio di bilancio. L’aspetto più rilevante dal punto di vista sostanziale all’interno dei conti che compaiono nella NADEF è l’esplicita fissazione del deficit come obiettivo del governo per l’anno successivo.

Qui il governo Meloni ha deciso di fissare un deficit pari al 4,3%, ovvero di attuare una manovra moderatamente espansiva rispetto alla cosiddetta legislazione vigente: buffamente ma non troppo l’opposizione di sinistra non riesce a non lamentarsi del fatto che la prima legge di bilancio compiutamente progettata dal governo Meloni si caratterizzi per un’eccessiva austerità, ovvero per un deficit programmatico troppo prudente. Tenuto conto di quanto la strabordante generosità del superbonus edilizio al 110% abbia pesato e pesi sui nostri conti pubblici, e delle condizioni onerose dei tassi di interesse attuali, verrebbe invece da pensare che in sede di legge di bilancio, il governo Meloni debba al contrario modificare la rotta nella direzione austera ma solida di un deficit inferiore rispetto a quello scritto nella NADEF.