Il dramma dei profughi
Il governo Meloni tratta in segreto con i terroristi, l’Italia si sottomette alla Libia
Ieri abbiamo pubblicato proprio qui, in prima pagina, il racconto di un ragazzino eritreo che fugge, fugge, fugge, alla ricerca di un po’ di umanità. Fugge da 17 anni, cioè da quando era un bambinello di quattro anni e il governo gli aveva portato via il papà, e la mamma lo fece riparare in Sudan, e in Sudan lavorò e fu sfruttato, e allora fuggì di nuovo, in Libia, perché voleva arrivare in Europa, e in Libia fu schiavizzato, picchiato, torturato, e poi riuscì finalmente a fuggire davvero, con quelli che la destra italiana e i Cinque Stelle chiamano i taxi del mare, e fece naufragio, e fu salvato da una nave di Medici Senza Frontiere, e proprio ieri è arrivato, salvo e stremato, al porto di Ancona, costretto dal governo italiano a navigare per giorni e giorni, invece di sbarcare in Sicilia, perché è sempre bene fare soffrire un po’ di più i profughi, così capiscono.
Dice il governo che lo fa per il loro bene. Dice che se stronca il lavoro di quei maledetti delle Ong, che si ostinano a salvare naufraghi, finalmente gli africani, i “negri”, smetteranno di partire e l’Italia seddiovuole vivrà felice. Beh, nei giorni scorsi però c’era giunta voce che alcuni emissari del governo italiano avevano avuto un incontro segreto a Tripoli con alcuni esponenti del governo libico, noti per i loro precedenti non proprio edificanti.
Uno di loro, il capo, cioè il cosiddetto ministro degli interni libico, è stato alla testa di una banda armata e fu segnalato dalla Cia come terrorista. Cosa si son detti gli italiani (tutti funzionari di alto livello, sembra che tra loro ci fosse anche il capo della polizia) con questa gente, forse non del tutto affidabile? Cosa hanno promesso? Quali finanziamenti hanno garantito? Hanno concesso il via libera per i campi di concentramento? Hanno accettato i metodi da tagliagole? Hanno assicurato che non solleveranno obiezioni sulle torture, sugli omicidi, sugli stupri? E i libici cosa hanno chiesto e cosa hanno minacciato?
È vero che in queste occasioni i libici avvertono l’Italia che se non firma alle loro condizioni iniziano a spedire barconi di profughi in modo da mettere in difficoltà i governi italiani che proclamano il pugno di ferro? Ecco, vedete bene la differenza tra Ong e governi (mica solo quelli della Meloni, intendiamoci: è cosa assai vecchia e il centrosinistra non si è mai tirato indietro). Le Ong sono accusate di accordi con gli scafisti, ma queste accuse si sono dimostrate sempre infondate.
I governi invece gli accordi li fanno veramente, e direttamente con i capi del lager. Trattano offrendo soldi in cambio di barbarie. Le Ong operano per salvare vite umane. I governi per impedire che fastidiose vite umane intralcino la propaganda politica. Diceva Rosa Luxemburg: l’alternativa è tra socialismo e barbarie. Mah, lasciamo stare il socialismo – ne parliamo un’altra volta – l’alternativa è tra umanità e barbarie. E l’umanità, al momento, non pare avere molte chances.
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