L'allarmismo è realtà
Il governo taglia la Cultura: dalla 18App alla Carta del Merito, teatri e librerie non sono per i giovani
Il bonus per i 18enni introdotto nel 2016 dal governo Renzi è stato cancellato da Meloni. Negli ultimi 8 anni oltre 2 milioni di ragazzi hanno speso oltre 1 miliardo di euro
Dalla 18App alle Carte della cultura e del Merito. Da 230 milioni di euro a 190 milioni di euro. Il Bonus Cultura per i diciottenni introdotto nel 2016 dal governo guidato da Matteo Renzi è stato cancellato dall’esecutivo di Giorgia Meloni. La misura, seppure con importi diversi in legge di bilancio, è stata sempre confermata fino all’anno scorso. Quando, appunto, il governo capeggiato da Mario Draghi aveva stanziato 230 milioni di euro per la card destinata a tutti diciottenni, senza limiti di reddito famigliare, con l’obiettivo di incentivare i consumi culturali tra i più giovani. Dai libri alla musica. Dagli spettacoli teatrali ai musei. Dall’acquisto di abbonamenti per giornali e periodici alla partecipazione a corsi di musica, teatro, danza e lingue straniere.
Dal 2016 fino all’anno scorso, oltre 2 milioni di giovani hanno speso più di un miliardo di euro in cultura. Eppure, per il governo Meloni, c’era la necessità di mettere la parola fine al bonus 18App. Altro che “allarmismo”. Così, all’inizio del 2023, il centrodestra aveva liquidato la denuncia di Renzi, che si era detto fin da subito preoccupato per l’intenzione di Meloni e del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano di eliminare il bonus finanziato per 400milioni di euro nel 2016 dal governo Renzi. Poi ci sono stati tagli e perplessità, come quelle espresse nel 2018 dal ministro della Cultura del governo gialloverde Alberto Bonisoli. Ma il provvedimento è stato sempre rinnovato, anche se con meno fondi rispetto a quando è stato istituito.
Ora si cambia. Gli strumenti a disposizione dei diciottenni diventano due, ma i soldi saranno di meno, per un massimo di 190 milioni di euro. Ma soprattutto le due nuove card non saranno destinate a tutti i diciottenni, indipendentemente dal reddito e dai risultati scolastici, così come è stato fino al 2023. Spuntano nuovi requisiti, che restringono di molto la platea dei potenziali fruitori delle card volute da Sangiuliano. La Carta della Cultura giovani, infatti, è rivolta solo ai diciottenni appartenenti a nuclei familiari con Isee non superiore a 35mila euro. La Carta è assegnata e utilizzabile nell’anno successivo a quello del compimento del diciottesimo anno di età. Poi c’è la Carta del Merito, che è riservata esclusivamente ai ragazzi che hanno conseguito, non oltre l’anno di compimento del diciannovesimo anno di età, il diploma di maturità presso istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado con una votazione di 100 oppure di 100 e lode. Questa seconda Carta è utilizzabile nell’anno successivo a quello del conseguimento del diploma. Le carte sono cumulabili ed entrambe hanno un valore di 500 euro, utilizzabili fino al 31 dicembre. La registrazione sul portale dedicato alle due card cultura sarà possibile fino al 30 giugno. Secondo quanto stabilito dal decreto del 29 dicembre, che introduce i nuovi strumenti, le Carte possono essere usate per comprare biglietti per rappresentazioni teatrali, proiezioni cinematografiche e spettacoli dal vivo; per l’acquisto di libri, abbonamenti a quotidiani e periodici anche in formato digitale; per musica registrata e prodotti dell’editoria audiovisiva. Si potranno acquistare biglietti di accesso a musei, mostre, eventi culturali, aree archeologiche e parchi naturali.
La differenza è che il bonus non sarà più riservato a tutti i diciottenni, ma soltanto a quelli che fanno parte di nuclei familiari con un Isee al di sotto di 35mila euro e a quelli che si sono diplomati con 100 o con 100 e lode. “L’esecutivo ha cancellato la 18app, lo strumento per avvicinare i ragazzi alla cultura. Ho denunciato questa scelta dieci mesi fa e sono stato accusato di fare allarmismo. Oggi purtroppo la verità viene a galla e il conto lo pagano i diciottenni” aveva denunciato Renzi a ottobre 2023, quando il ministero ha annunciato che erano finiti i fondi per il bonus 18App prima della fine del termine per richiedere la card. E ancora il leader di Italia Viva: “Il ministro Sangiuliano ha dunque mentito. E anziché metterci la faccia lo ha fatto pubblicando un freddo avviso sul sito. Così, tante famiglie che avevano contato sul bonus cultura per acquistare i libri universitari, si trovano con una spesa in più. Ma che paura può farvi, signori della destra, un ragazzo che legge o che va a un concerto? Perché odiate le librerie o i teatri?”. In quei giorni erano state moltissime le segnalazioni di ragazzi e famiglie che non erano riuscite ad accedere al Bonus Cultura, utile anche per acquistare i testi universitari.
Quindi non era “allarmismo”. Anche perché già da mesi la maggioranza sottolineava la necessità di varare un nuovo strumento, che avrebbe superato il bonus 18App introdotto da Renzi. “Reputo si debba fare una riflessione, è necessario ridefinire e migliorare la misura, affinché questo strumento diventi realmente una modalità di consumi culturali per i giovani, orientandoli alla lettura di libri, alla visita di mostre, ai corsi di lingua e alla musica”, diceva Sangiuliano il 10 dicembre scorso. Il titolare della Cultura anticipava la mossa della restrizione della platea dei beneficiari: “Va introdotta una soglia Isee che escluda persone appartenenti a famiglie con redditi elevati”. Il che vuol dire eliminare una misura che è diventata un modello esportato anche in altri Paesi. Si sono ispirati al Bonus Cultura la Francia, che l’ha introdotto nel 2021, la Spagna nel 2022 e altri paesi europei come la Germania, dove lo strumento è stato adottato nel 2023. Con buona pace di Sangiuliano.
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