Cinquanta sfumature di Covid. Acciaroli è da tempo il buen retiro estivo per migliaia di napoletani e quello che è accaduto squarcia il velo su una questione che, a quanto pare, nemmeno gli epidemiologi–star fino a oggi hanno sollevato: chi controlla il controllore? Decine di decreti e di ordinanze per la tutela della salute pubblica hanno imposto una serie di divieti e prescrizioni “onerose” e la polemica sul green pass obbligatorio è ancora in corso. Con mascherine, separazioni e distanze, guanti, tamponi (da pagare o gratuiti) e vaccini, si tenta di ritornare a una pseudo-normalità. Solo a scuola, magari, i dirigenti scolastici devono verificare e attestare l’immunità del personale dipendente. In moltissimi altri casi, quest’obbligo non sussiste.

E se il sindaco Stefano Pisani pubblica un post sui social, il caso è serio e inquietante: titolare e dipendenti di un noto esercizio commerciale di Acciaroli (Comune di Pollica), nel Cilento, sono risultati positivi al Covid. Dei sette positivi, cinque non erano vaccinati. Il primo cittadino, molto sensibile al tema della pandemia, è stato coraggioso ed è da apprezzare: il 3 e 4 ottobre si terranno le elezioni amministrative che lo vedranno candidato per la terza volta (è il cosiddetto “erede” di Angelo Vassallo, il sindaco–pescatore ucciso per motivi ancora da scoprire). Pisani non ha timore di suscitare la rabbia dei suoi concittadini, le cui inadempienze sono ora rese pubbliche. L’esercizio commerciale chiuso, nel rispetto dei protocolli anti-Covid, è rinomato, quelle saracinesche abbassate fanno molto rumore.

Centinaia, forse migliaia di persone al giorno accedevano per consumare e acquistare, la produzione è molto apprezzata e agli habitué di Acciaroli manca molto quell’area di ristoro. Ma sapere che dei sette positivi cinque non erano vaccinati, preoccupa. Le ordinanze del governatore Vincenzo De Luca sono severe, in materia di virus. Il caso è tuttavia emblematico. Nessuno ha ancora stabilito che il personale sui treni, il ristoratore, il titolare di esercizi commerciali che sono tenuti a vigilare sul rispetto delle regole devono essere d’esempio per tutti i controllati. Se voglio accedere alla sala del ristorante devo essere in possesso dei requisiti. Ma l’addetto che verifica i miei requisiti, a sua volta, è in regola con le norme? In altre parole, può un non vaccinato impedirmi l’accesso al locale se egli stesso è di pericolo per gli avventori? Anche i carabinieri, i poliziotti e i finanzieri sono tenuti a esibire il tesserino di riconoscimento. Massimo rispetto per il cameriere che si prodiga per accertarsi circa la validità del mio green pass, ma se quel cameriere fosse un no vax?

Sarebbe utile (a mio parere è indispensabile) un avviso pubblico all’ingresso del locale, sia esso un bar o una trattoria, un supermercato o un semplice negozio al dettaglio: «Il titolare e i suoi dipendenti sono tutti muniti di green pass valido fino al 30 settembre».  Vox populi diffonde la notizia che il titolare dell’attività chiusa sia un convinto no vax. Non è importante, in questo caso, verificare l’attendibilità della notizia. Quanto accaduto, piuttosto, deve servire a stabilire un principio: voglio che chi mi controlla sia vaccinato. O, almeno, che mi avvisi di non esserlo. Siamo in democrazia, ciascuno è libero di comportarsi come ritiene. Prima di entrare in quel locale, però, vorrei sapere.