Quella dell’Edenlandia, il parco divertimenti della città di Napoli, è una storia travagliata fatta di tanti sogni. Aprì le porte nel 1965, le ha richiuse per anni per poi riaprire qualche anno fa con un’enorme sforzo imprenditoriale. Oggi richiude, per la seconda volta nel giro di pochi mesi: la prima per il lockdown, la seconda per il dpcm del 18 ottobre.

“Avevamo fatto un sacrificio importante soprattutto con il nuovo gruppo appena entrato nella compagine – dice Giuanluca Vorzillo, amministratore unico New Edenlandia – Eravamo pronti con Mostra d’Oltremare a presentare il progetto del cinodromo. Nel momento del nuovo investimento e dell’apertura delle ultime tre attrazioni, ci siamo trovati a febbraio con il primo blocco. Volevamo riprendere quest’anno, poi di nuovo il blocco. Se tutto va bene se ne parla nel 2021″.

Vorzillo non si spiega perché il dpcm abbia colpito anche il suo parco, che è un luogo all’aperto dove è possibile rispettare tutte le norme e le regole per evitare i contagi. “Avevamo ridotto la nostra capacità di ingresso – continua Vorzillo – Dai 5mila utenti in contemporanea siamo scesi a mille, ogni 15 giorni veniva fatta la sanificazione di tutte le giostre nonostante sia un parco all’aperto e invece il dpcm ha colpito anche noi. Non ne capiamo la logica”.

Tutta la messa in sicurezza del parco è stato un grosso investimento, nonostante ad accedervi fossero sempre meno persone, un po’ per i limiti della capienza ridotta a mille ingressi un po’ per la paura del contagio. “Sanificare un parco intero di 40mila mq ci è costato 13mila euro al mese – continua il patron di Edenlandia – un investimento che abbiamo fatto perché la salvaguardia dei bambini per noi è fondamentale”. Laddove c’erano luci, colori, musica, allegria e risate adesso c’è solo uno spettrale silenzio. I dipendenti sono tutti in cassintegrazione, ma già il parco non era a pieno regime perché c’erano pochi utenti.

Edenlandia è il primo food and leisure park d’Italia. Significa che al suo interno ci sono tutta una serie di attività oltre l’intrattenimento come i ristoranti, i negozi di dolci e di gadgets. Con il parco hanno chiuso anche loro perché non aveva senso restare aperti a giostre ferme. “Ma il sogno c’è ancora – continua Vorzillo – se siamo ancora qui è perché ci crediamo. Il nostro è un investimento finanziario e morale: è un progetto sano per fare qualcosa per la città e riqualificarla. Porteremo avanti il progetto e lo faremo diventare una parte importante della Campania”.

E lancia un appello alle istituzioni: “Siate chiari – ha concluso – e trasparenti in termini di dati, di manovre e strategia. Non è stato così nell’ultimo periodo. Il popolo è confuso, gli imprenditori sono confusi, i commercianti altrettanto. Trattare tutte le categorie commerciali allo stesso modo è sbagliato: pensiamo ai ristoratori e ai negozi di abbigliamento, i secondi sono stati lasciati fuori eppure hanno avuto un grave danno alle vendite”.

Avatar photo

Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.