Il manifesto di Toti: “La politica recuperi gli spazi presi dalla magistratura. Dalla destra ipocrisia e vigliaccheria”

Giovanni Toti è tornato. Con un manifesto politico, “Confesso: ho governato”, edito da Piemme. La sua presentazione istituzionale, a Roma, è un evento dal peso evidente: tutto il gruppo di Noi Moderati, alcuni deputati di Forza Italia e in visita da Palazzo Madama, il presidente del Senato Ignazio La Russa hanno fatto da cornice al lancio del nuovo Totismo, movimento di lotta (alla malagiustizia) e di governo. Anche se per ora non c’è il contesto ideale e la messa a terra rimane tutta da vedersi. Toti per il momento si schernisce, conta i passi, misura i tempi. Sette mesi fa era governatore in carica della Liguria, col vento in poppa. Poi, improvviso come una burrasca, l’assalto giudiziario.  L’arresto, l’impossibilità di difendersi, le dimissioni ‘coatte’. E la piazza dei manettari, la campagna elettorale ‘moralizzatrice’ che agita le forche e poi batte in ritirata. Le elezioni liguri daranno il loro responso, la Liguria non cambia segno. Il civismo e il centrodestra, governati dall’asse centrista, vengono confermati.

La presentazione

Ilaria Cavo, la deputata e giornalista più vicina a Toti, apre i lavori: «Questo è un libro che mette la politica al primo posto, con ottimismo: non vuole essere un attacco alla magistratura». Anche Maurizio Lupi mette l’accento sull’esigenza di sfrondare il codice dalle trappole per la politica, visto che tra un atto di corruzione impropria e un sospetto di traffico di influenze, le insidie per gli eletti sono dietro l’angolo. «E ai magistrati non si possono neanche chiedere i danni per i loro errori», fa notare il deputato di Forza Italia, Enrico Costa. E Toti? Assegnato ai servizi sociali con la Lega italiana per la lotta ai tumori, ne avrà per ottocento giornate di lavoro. La sua consulenza per la comunicazione, al centro di un nuovo impegno sociale, rimane slegata dal ruolo che Toti potrebbe avere a livello nazionale, se deciderà di puntare su Roma nel 2027 quando l’impegno con la Lilt sarà stato onorato. Presto per dirlo.

Toti: “Politica? Ho dato, senza rimpianti”

L’area del centro rimane un cantiere aperto. È lo stesso Toti a chiarirlo: «Come politica ho dato per ora, senza rimpianti, con qualche amarezza perché, se la sinistra ormai è succube di ogni strumentalizzazione, la destra, con le eccezioni di qualche uomo di coraggio, come La Russa, il ministro Nordio, Crosetto, ha dimostrato ipocrisia e un filo di vigliaccheria. Sapendo che i soldi raccolti dal comitato Toti hanno finanziato tutte là campagne elettorali fatte e vinte in Liguria. Compreso di chi fischietta e fa finta di nulla», dichiara al Riformista. E dunque, adesso? «Ora torno al giornalismo, alla comunicazione di impresa, al privato», aggiunge. Ma questo suo libro rimarrà, farà discutere. «Credo possa essere egualmente utile in un paese che continua a vedere le imprese come qualcosa di impuro, e continua a ritenere che la politica non costi, mentre guarda all’America con invidia per quelle campagne elettorali». E poi l’ex governatore ligure, non perdendo lo smalto, stiletta: «Io con il libro ho cercato di dare una sveglia all’area politica in cui credo, ora tocca a chi si riempie la bocca della parola riforme nei talk e poi non è capace di reggere l’aumento degli stipendi dei ministri non parlamentari».

Il sistema sotto indagine

D’altronde nella macchinazione che ha portato all’arresto di Toti, troppe cose non tornano. Pino Bicchielli, deputato di Noi Moderati, si fa serio: «C’è un sistema, vedete, sul quale noi della Commissione Antimafia stiamo indagando: c’è qualcuno, e stiamo tentando di capire chi è, e forse ci siamo quasi arrivati, che utilizza gli strumenti creati per la sicurezza dei cittadini con finalità distorte. Con altri scopi, altri fini. Uno di questi è il dossieraggio, come testimonia la vicenda Striano. Nessuno di questo tavolo l’ha definita un ‘verminaio’, ma l’ha definita così Raffaele Cantone, il magistrato che sta indagando». E allora la Commissione Antimafia ora vuole vederci chiaro.

Le tappe del caso Toti

La vicenda Toti scoppia nel maggio 2024. «Nel novembre del 2021, tre anni prima – riepiloga ancora Bicchielli – riscontriamo da parte di Striano una serie di accessi abusivi nella banca dati Siva, attraverso cui esplora 4124 segnalazioni. Quelle su Toti sono insistenti. E la Procura evidenzia uno scambio di informazioni tra Striano e alcuni giornalisti, in particolare Giovanni Tizian del Domani. Così Il Domani inizia a scrivere una serie di articoli che di fatto sono l’inchiesta, tre anni prima della Procura di Genova. Venivano riportate le spese personali del presidente Toti». Anticipando quello che avrebbe poi scritto la Procura, e soprattutto accendendo un’attenzione selettiva nella direzione del governatore ligure. Non so se sia nata prima l’inchiesta o l’intercettazione abusiva di Striano, ma in quegli elenchi degli accessi abusivi ci vedo una macchinazione gigantesca». Sarà il presidente del Senato, La Russa, a lanicare un sasso nello stagno delle toghe: «Mi aspetto un’opera congiunta di maggioranza, opposizione, magistratura e giornalismo responsabile per decidere in maniera più chiara possibile fin dove arrivano i poteri della politica e della magistratura: dobbiamo riscrivere i perimetri, i confini, tra ciò che spetta alla politica, ciò che spetta all’esecutivo e ciò che spetta alla magistratura. Credo che tutti se ne gioverebbero, anche la stragrande maggioranza dei magistrati».