Niente, non ce la facciamo noi siciliani, forse ancora siculi, o meglio sicilioti, che è una crasi facile da scomporre. La norma per equipararci all’Italia sulla presenza delle donne nella politica siciliana è stata rinviata, non si poteva votare, a meno di non terremotare l’impianto della politica isolana.

A parole sono tutti per la parità di genere, ma voi conoscete segretari di partito donna in Sicilia, o capogruppo all’Ars, a parte Marianna Caronia, firmataria dell’emendamento sulla parità di genere che ci equiparava al Continente? No, le donne non possono avere ruoli apicali, nella stanza dei bottoni, se no viene giù il principio cardine: comandare è meglio che fottere, quelle invece vogliono procreare, sono per la fertilità, anche in politica. Magari portano concretezza, realismo, una cosa terribile per la politica siciliana, che è fatta di illusioni, promesse, e fotticompagno. Rinviamo, rinviamo, è stato il mood di paura tra palazzi e segreterie, presidenti, leader, segretari coordinatori, tutti rigorosamente, ineludibilmente, maschi che si chiamano.

Sicilia, dove le donne non devono scassare i cabasisi: la parità di genere in politica non attraversa lo Stretto

Qui casca l’asino

Qui casca l’asino, e gli asini siamo noi, si sono detti, anche perché non approviamo norme, regolamenti, circolari, ordinanze, troppo complicate, e poi non abbiamo tempo per leggere, dobbiamo cercare voti, non abbiamo tempo da perdere ad amministrare e legiferare. Ma c’è l’immondizia ovunque, e non c’è nemmeno l’acqua, dicono i cittadini. E di chi è la colpa? Delle donne che usano le lavatrici e la lavastoviglie. Le nostre madri con le bacinelle la risparmiavano l’acqua, dicono i politici maschi. Ora queste vogliono amministrare, invece di fare i piatti, fare le assessore, e poi chi glielo spiega alle centinaia di assessori, maschi, obbedienti e fedeli, loro non si sa, che ci dobbiamo mettere delle donne al loro posto? E questo non riguarda solo coloro che sono in carica, ma anche a quelli potenziali, a quelli futuri. Questi ci portano voti e candidati, e senza premio, moneta, niente cammello, voto. Ma non facciamo cosi la figura dei trogloditi in Sicilia? Se bocciamo la norma nazionale, e se ne approviamo un’altra al ribasso, la Consulta ce la boccia, che non è l’amica di Sangiuliano, sicuramente.

Maschio Siciliota

Ma che possiamo fare? Queste streghe stanno assediando il Palazzo, sono qua sotto in sit in, ma una casa non ce l’hanno? Bei tempi quando le potevamo bruciare sulla pubblica piazza, ci vorrebbe il Santo Uffizio, l’Inquisizione, Torquemada! Sai che facciamo? Quello che sappiamo fare meglio, in cui siamo campioni europei, mettiamo la testa sotto la sabbia e rinviamo. Se congeliamo il dibattito in commissione capace che queste Erinni, queste Gorgoni tipo Medusa, ci lasciano in pace, a fare i nostri onesti traffici maschili, un assessore a me uno a te, a quello no, lo fottiamo, peggio per lui che ci è cascato. Forse per stavolta ci salviamo, altro che Maschio Angioino, Palazzo dei Normanni, è il Maschio Siciliota, l’ultimo baluardo del Patriarcato. Così è se vi pare.