Il primato in solitaria dell’Inter s’è materializzato al 63’ di Milan-Juventus. Manuel Locatelli, uno che il prato di San Siro lo conosce ben bene, carica un destro dalla distanza. Lui, che tra i rossoneri è cresciuto giocando interrottamente con quella maglia dal 2009 nelle giovanili fino al 2018 in prima squadra, forse non s’attende che sulla sua traiettoria si inserisca la gamba di Rade Krunic, subentrato soltanto tre minuti prima a Yacine Adli.

Il tocco del centrocampista bosniaco, purtroppo per lui, è di quelli capaci di spiazzare totalmente l’incolpevole Antonio Mirante, regalando involontariamente ai bianconeri il successo nel big match della nona giornata d’andata di Serie A e, ancor più fastidioso per i 75mila presenti allo stadio, la vetta della classifica ai cugini neroazzurri. Alla Scala del calcio i presupposti di una gara scoppiettante c’erano tutti, compreso il record stagionale di pubblico a sottolineare quanto la 240° volta di questa classicissima del pallone italiano fosse attrattiva, superando addirittura per spettatori sulle tribune il più recente derby della Madonnina.

Il Milan, peraltro, ci ha provato. Al 14’ è stato infatti Rafael Leao a pescare Olivier Giroud in mezzo all’area; Wojciech Szczensny, però, non s’è fatto sorprendere, trovando una parata che, a posteriori, vale come un gol fatto. Lo snodo, al 40’, è l’espulsione di Malick Thiaw, con la rete di Locatelli a mettere a frutto la superiorità numerica e la doppia parata di Mirante nel finale a ricordare che in porta si può essere decisivi anche oltre la soglia dei 40 anni. Nella tana di un Toro che non riesce a capitalizzare quanto di buono fatto nel primo tempo, l’Inter ha incassato tre punti pesantissimi con lo 0-3 firmato Marcus Thuram, Lautaro Martinez e Hakan Calhanoglu, risedendosi sul gradino più alto della A in attesa di buttarsi a capofitto nella Champions League ci si apre proprio oggi. Inter, Milan e Juventus, del resto, sono un tris d’alta quota davvero prestigioso per il massimo torneo nazionale; le prime due avranno nelle coppe impegni ardui da superare, mentre i bianconeri potranno rifiatare un po’ in attesa di sferrare un nuovo attacco alle parti nobili del campionato.

Ad aprire le danze, alle 18.45, sarà l’Inter. Contro il Salisburgo, la squadra di Simone Inzaghi punta alla vittoria piena, con l’incognita rappresentata dalle fatiche dei suoi alfieri impegnati con le rispettive nazionali a lasciar ipotizzare qualche cambio di formazione rispetto a chi ha giocato a Torino. Alle 21, all’Olympiastadion di Berlino (lo stadio di casa degli avversari tedeschi ha una capienza troppo limitata per ospitare la Champions). il Napoli affronterà un’Union ancora alla ricerca dei primi punti nella massima competizione continentale; tra gli avversari, Leonardo Bonucci potrebbe essere schierato fin dall’inizio, mentre tra i partenopei sarà probabile il ballottaggio tra Giacomo Raspadori e Giovanni Simeone per una maglia da titolare, con il secondo favorito per l’ingresso in campo dal primo minuto.

Senza i suoi tifosi al seguito, la Lazio se la vedrà domani alle 18.45 con il Feyenoord a Rotterdam; trasferta da mille e una notte, infine, per il Milan, che sempre domani, ma alle 21, giocherà al Parco dei principi di Parigi con il Paris Saint-Germain di un certo Kylian Mbappé. Per arginare l’attaccante francese Stefano Pioli dovrà dare fondo a tutta la sua intelligenza tattica. I limiti dei suoi nelle gare che contano, in effetti, si sono appalesati sia nel derby contro l’Inter, sia domenica sera contro la Juve. Cartolina finale per Stephan El Shaarawy. Dopo la maglia azzurra di Wembley, l’attaccante della Roma ha impreziosito il suo primo gol stagionale contro il Monza con un pianto liberatorio allo scoccare del 90’. La sua è la fotografia genuina delle emozioni che superano le barriere dell’immagine, un messaggio prorompente per forza e dolcezza di cui certo il mondo del calcio non potrà che far tesoro.