Se la prima ondata di casi di Coronavirus in Italia si fosse registrata in una regione del Mezzogiorno sarebbe stata una catastrofe. È quanto ha dichiarato il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano in un’intervista al quotidiano Avvenire. “È una verità – ha dichiarato Provenzano – Me la ripeto con un misto di sollievo e di rabbia. Ma ora non sprechiamo il tempo. Impegniamoci senza sosta tutti, governo e Regioni, a preparare il sistema sanitario meridionale all’eventuale dilagare del contagio”.
Provenzano ha confermato l’appoggio del governo ai presidenti delle Regioni del Sud per fronteggiare il contagio. “I decreti varati – ha dichiarato – consentono di ampliare i posti in terapia intensiva e subintensiva, e soprattutto di assumere medici e infermieri, perché questa è la maggiore carenza. Le Regioni del Sud potranno anche fare di più impiegando i fondi europei, con procedure semplificate”. E sulla questione delle politiche europee il ministro ha invocato l’utilizzo degli Eurobond (“se non ora, quando?”).
C’è tuttavia, secondo il ministro, soprattutto una grande lezione da apprendere da questa emergenza: “L’importanza della sanità, pubblica e universale”; la quale, tuttavia, per Provenzano necessita di “un presidio centrale di coordinamento più forte”. Un passaggio, nell’intervista di Vincenzo R. Spagnolo, anche sulle fughe in treno dei meridionali dal Nord. “Non è stata una bella pagina”, ha detto Provenzano.