15 minuti affatto banali
Il mondo visto da Giorgia non è quello che preferiamo, ma è sempre meglio del niente
Non è stato affatto banale il discorso che Giorgia Meloni ha tenuto l’altra notte a New York, in occasione del premio ricevuto dall’Atlantic Council. Un intervento breve ma denso (quindi ben riflettuto), in cui la premier ha dichiarato con enfasi contenuta il suo posizionamento globale, a partire dai cosiddetti “valori” cui fa riferimento: patriottismo, non nazionalismo; Occidente con i suoi derivati (stato di diritto, democrazia, laicità e anche “sacralità della vita”, qualunque cosa significhi); rifiuto dell’oicofobia (il disprezzo verso le proprie origini) da accompagnare al superamento del complesso di superiorità che nutriamo nei confronti di altre civiltà, noi che pure siamo felice sintesi di filosofia greca, diritto romano e umanesimo cristiano.
Personalmente sono non poco distante da questa vision della Meloni. Non avverto in me alcuna pulsione patriottica, mi ritengo – più semplicemente – un cittadino del mondo: gli Stati-nazione mi appaiono sovrastrutture obsolete e tendenzialmente da superare. Respingo in ogni forma l’aggressione alle conquiste civili dell’Occidente, ma so che possiamo difenderle meglio se le nostre democrazie superano la sindrome superba dell’élitismo.
Certo non penso che la vita sia “sacra”: a mio avviso noi siamo null’altro che un prodotto dell’evoluzione, che determina incessanti e benefici mutamenti dei costumi, degli stili di vita e della stessa sfera morale degli individui. Infine, del mondo che abitiamo, vedo soprattutto, e con entusiasmo, i formidabili progressi tecnologici che stiamo incorporando, e ci fanno più ricchi e liberi che mai: per informarsi su questo basta che Giorgia si faccia raccontare qualcosa in più dal suo amico Elon.
Ma il punto non è come la penso io, naturalmente. Il punto è che chi ogni giorno, dalle nostre parti, si oppone alla Meloni, dovrebbe descrivere con chiarezza e con un’efficacia analoga alla sua la società che ha in mente, invece di limitarsi a farle le bucce con una propaganda lamentosa di basso conio, o rinviando stancamente a qualche quarto di nobiltà democratica che le manca. Senza un disegno alternativo, un’idea evocativa e fascinosa di futuro, restano quei 15 minuti scarsi del video di New York, in cui una leader solida, tranquilla, spigliata, ha raccontato il mondo visto da Giorgia. Non è quello che preferiamo, ma è sempre meglio del niente.
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