Le donne montenegrine hanno una lunga storia di emancipazione alle spalle. Lo ha raccontato perfettamente un articolo sull’Osservatorio Balcani e Caucaso, in cui vengono citati due esempi di donne montenegrine indipendenti e contro il loro tempo.
Interessante dunque analizzare un ulteriore esempio concreto, quello di Olivera Injac, attuale sindaca di Podgorica, prima donna a ricoprire tale incarico in Montenegro.
Olivera Injac è nata nel 1972 a Podgorica, in Montenegro. Laureata in Filosofia, si è specializzata in “Integrazione europea e Europa sudorientale” presso l’Università del Montenegro (Centro per la cooperazione internazionale) e presso la Facoltà di Scienze Politiche di Podgorica ha difeso la sua tesi di laurea sul tema “Aspetti sociologici del terrorismo contemporaneo in Europa”. Nel gennaio 2011, presso la stessa Facoltà, ha difeso la sua tesi di dottorato, “Gli aspetti culturali della sicurezza internazionale”. Dal 1999 al 2008 la dott.ssa Olivera Injac ha lavorato per il Ministero dell’Interno del Montenegro. Nel settembre 2008 ha iniziato la sua carriera accademica presso l’Università – Facoltà di Studi Umanistici. Injac ha ricoperto il ruolo di ministra della Difesa nel governo del Montenegro e nel gabinetto di Zdravko Krivokapić dal 4 dicembre 2020 al 28 aprile 2022. Nell’agosto 2022 si è unita al neonato partito Europa Ora! (PES) guidato da Milojko Spajić e Jakov Milatović, divenendone vicepresidente.
È stata eletta sindaca di Podgorica recentemente, il 13 aprile 2023.

Un paese come il Montenegro ha un passato importante. Ci sono diverse date da segnalare nella storia recente del paese: la prima è il 3 giugno 2006, quando il Montenegro ha dichiarato la sua indipendenza, che è stata subito riconosciuta dal parlamento serbo ( la Serbia ha, ancora oggi, una grande influenza sul Montenegro, proprio perché non è stata una secessione traumatica). La seconda è il 5 giugno 2017, il giorno in cui il Montenegro è diventato formalmente membro della NATO, la prima espansione di tale alleanza dal 2009.
Queste date hanno segnato la storia e un l’inizio di un percorso diverso per il Montenegro; non più parte di uno Stato comune alla Serbia (e legata alla Russia), ma sulla strada per l’inclusione nelle alleanze dell’Occidente.
Da ministra, Olivera Injac ha avuto parole chiare contro il crimine organizzato nel suo paese. Parlando dei rischi per la sicurezza in Montenegro, ha sottolineato infatti che le attività dei gruppi criminali organizzati montenegrini, e in particolare i loro legami con i potenti locali e la corruzione ad alto livello, sono fonte di grave preoccupazione. Queste parole sono state anche riprese nel report annuale dell’Unione europea sul Montenegro nel 2022, delineando come questi problemi abbiano rallentato il progresso del Montenegro verso la via europea dell’integrazione.
Secondo le sue parole infatti, “se l’estremismo è incoraggiato da un deliberato incitamento da parte di ambienti politici e/o criminali, il pericolo è duplice. Innanzi tutto perché mina la resilienza sociale. In secondo luogo, se si tratta di una forma di manipolazione delle masse con lo scopo di incitare alla violenza politica, allora rappresenta un pericolo diretto per la società”. Da ministra della difesa ha lavorato per poter contrastare questo fenomeno e per poter introdurre dei miglioramenti.
Injac sottolinea inoltre che la cooperazione con gli altri membri della NATO nel settore della difesa è stata notevolmente migliorata. Questo punto è fondamentale, soprattutto considerando le instabilità correnti nei Balcani, e l’invasione dell’Ucraina.

Anche sul suo nuovo ruolo da sindaca, Olivera Injac ha dichiarato che la nuova giunta comunale, parallelamente alla revisione dei lavori della precedente, preparerà decisioni per migliorare la posizione dei cittadini e il funzionamento della capitale. Inoltre, l’amministrazione di Podgorica lavorerà alla creazione di meccanismi per la protezione degli inquilini e allo sviluppo di nuovi modelli di politica abitativa. Injac ha inoltre annunciato che i rappresentanti delle autorità della capitale avvieranno moratorie temporanee e l’invalidamento di alcune decisioni di pianificazione fino all’adozione dei loro emendamenti, al fine di proteggere Podgorica dalla speculazione edilizia.
Insomma, azioni concrete per poter riuscire a combattere anni e anni di malfunzionamento del governo locale, di scelte sbagliate e di corruzione. Non sarà un’impresa semplice.
La sua visione per Podgorica, che può fungere da esempio per gli altri comuni del Montenegro, è una visione di ampio respiro, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo economico, ambientale e infrastrutturale. Negli ultimi decenni, la città ha infatti vissuto una significativa espansione, che non è stata accompagnata da un adeguato sviluppo delle infrastrutture e da un sistema complessivo che renderebbe la vita della cittadinanza più facile. L’espansione degli insediamenti, la costruzione di interi quartieri, la mancanza di infrastrutture di traffico e di trasporto pubblico organizzato nel corso degli anni sono diventati un fattore oneroso per i cittadini, che generalmente influisce sulla qualità della vita.
La sindaca Injac pianifica delle soluzioni che aiuteranno a liberare tutto il potenziale di una città come Podgorica. Parallelamente, lavorerà alla realizzazione di nuovi progetti e come partner credibile, con tolleranza zero nei confronti della corruzione, attirerà investimenti nella zona business della città, nello sviluppo dell’industria informatica e del turismo, individuati come i rami economici più importanti a livello statale. Di conseguenza, anche le parti circostanti della città acquisteranno maggiore importanza, e l’intera area intorno Podgorica sarà inclusa nel processo di sviluppo in vari modi, in modo che alla fine si otterrà una città in cui, in relazione alle esigenze individuali dei cittadini, è ugualmente desiderabile vivere nella periferia e in parti un po’ più urbane della città.
L’esempio di Injac rafforza la figura delle donne, che in Montenegro sono più emancipate che in altri paesi limitrofi. La loro presenza in politica può davvero cambiare le cose.

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Nata a Trento, laureata in Scienze Politiche all’Universitá di Innsbruck, ho due master in Studi Europei (Freie Universität Berlin e College of Europe Natolin) con una specializzazione in Storia europea e una tesi di laurea sui crimini di guerra ed elaborazione del passato in Germania e in Bosnia ed Erzegovina. Sono appassionata dei Balcani e della Bosnia ed Erzegovina in particolare, dove ho vissuto sei mesi e anche imparato il bosniaco.