Ora che il distanziamento sociale è imposto per tutelare la salute pubblica, tutti coloro che da sempre difendono il diritto a non vedere il proprio spazio vitale invaso hanno più di una soluzione da proporre. Come Gianluca Langiu, ingegnere ambientale, ideatore di ‘Safe Beach Space‘, sistema di delimitazione visiva dello spazio di sicurezza, con copyright in 176 Paesi. In un’intervista a Gian Mario Sias, ha spiegato come è nata l’idea di creare, ben prima dell’emergenza sanitaria, uno strumento comodo, sicuro e sostenibile per evitare in spiaggia di finire schiacciato tra i teli altrui. Da appassionato delle spiagge libere, ha sempre mal sopportato avere dei vicini di ombrellone che sconfinassero nel suo spazio.

Lo scoppio dell’emergenza sanitaria, e la ricerca di una soluzione per rendere fruibili le spiagge nei prossimi mesi, ha fatto sì che la sua idea si concretizzasse più in fretta del previsto. Con il suo studio di progettazione Mag3, e con la collaborazione del Klojaf Studio di Nuoro, è passato dalla teoria alla pratica: un picchetto che supporta un nastro teso a delimitare lo spazio in cui ognuno sta senza rappresentare un pericolo per la salute del vicino di ombrellone. I materiali sono riciclati, il costo è contenuto e l’intero kit è facilmente trasportabile. Inoltre, ne esistono due modelli: rettangolare per i lidi, ottagonale per le spiagge libere.

Langiu ora cerca un partner per produrlo e immetterlo sul mercato, anche internazionale. Del resto, è certo che l’utilità del suo Safe beach space non finirà con la crisi sanitaria. Magari, spera, sarà la volta buona per imparare “le  regole minime di rispetto reciproco“.

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