L'anno magico e il suo paradosso
Il Napoli vola ma la città vive il ‘dramma’ di ultras, giornalisti e procuratori: e la polizia vieta bandiere ma buca i controlli…
E’ bastata una partita per rompere l’idillio tra ultras, tifosi, giornalisti, opinionisti e qualche procuratore sportivo che non perde occasione per cercare sempre un minimo di ribalta mediatica. Il Napoli ha perso con la Lazio, resta saldamente in vetta alla classifica della serie A con 15 punti di vantaggio sull’Inter seconda ma la piazza partenopea (impegnata nei giorni scorsi a celebrare con dolci, bandiere già col terzo scudetto affisso, una vittoria ancora lontana) è tornata a rivivere, con le dovute proporzioni, il dramma immaginario della scorsa estate, quando tutti o quasi criticavano le scelte della società e invitavano Aurelio De Laurentiis a spostarsi sulle coste dell’Adriatico e l’allenatore Luciano Spalletti ad andare via dopo l’incresciosa vicenda della Panda rubata.
Uno ‘spettacolo‘ indegno quello che sta andando in scena in questi giorni, partito venerdì 3 marzo allo stadio Maradona quando, in occasione della sfida persa contro la Lazio di Maurizio Sarri, gli ultras hanno deciso per la prima volta di non cantare in segno di protesta. Il motivo? La decisione da parte della Questura di Napoli, di comune accordo con il club di De Laurentiis, di vietare l’ingresso allo stadio di bandiere, vessilli e tamburi. Una decisione maturata forse in seguito a qualche esposto dei tifosi infastiditi dalle bandiere presenti in curva che rovinavano la visuale del rettangolo verde. Una decisione che però spiazza, spoglia uno stadio che, nonostante la carica dei 40-50mila, ha il suo cuore pulsante nel tifo organizzato (rappresentato dagli ultras), bravo a guidare i cori e a scaldare il pubblico sugli spalti.
Una decisione che ha provocato la protesta di quest’ultimi, con alcuni gruppi che hanno disertato le gradinate, altri invece sono entrati all’interno dello stadio decidendo per tutta la gara di non sostenere Osimhen e compagni in campo. Una scelta discutibile, soprattutto in un momento topico della stagione, ma che va rispettata perché discutibile è anche il nuovo regolamento (si spera davvero temporaneo) adottato da Questura e Ssc Napoli. Si è vissuta un’atmosfera surreale, con piccoli gruppetti che ogni tanto provavano a lanciare qualche coro che però non decollava sia all’interno della curva che negli altri settori.
Poi il paradosso tutto italiano: restrizioni al tifo organizzato partenopeo mentre nel settore ospiti gli ultras laziali bucavano i controlli della Digos e delle forze dell’ordine introducendo petardi e fumogeni e sfiorando, addirittura, la tragedia: un petardo lanciato nel settore inferiore della curva A ha gravemente ferito alla mano un ragazzino, costretto alla corsa al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo. Un episodio increscioso che deve innanzitutto far riflettere chi è tenuto a garantire l’ordine all’interno e all’esterno dell’impianto sportivo (il giorno dopo tre tifosi laziali sono stati raggiunti dal Daspo).
Dopo la partita, e la sconfitta del Napoli, ecco arrivare le polemiche con parte della stampa sportiva che critica l’atteggiamento degli ultras che a loro volta rispondono con l’ennesimo striscione polemico esposto all’esterno della Curva B. Uno spettacolo indegno che evitiamo anche di riportare perché segna ancora una volta l’eccessivo protagonismo delle parti chiamate in causa, anziché remare tutti nella stessa direzione.
La ciliegina, come spesso è capitato in questi anno, la mette infine un procuratore sportivo: si tratta dell’agente di Mari Rui (ma anche di capitan Giovanni Di Lorenzo). Quel Mario Giuffredi che ha subito colto l’occasione per criticare le scelte di Luciano Spalletti colpevole di preferire l’uruguagio Mathías Oliveira al suo assistito nelle gare di Champions League (rendetevi conto della polemica!). Forse questo passaggio finale cristallizza al meglio l’ambiente napoletano di cui Giuffredi, originario dell’hinterland, ne fa parte. Mario Rui è infatti protagonista, ad oggi, della sua migliore stagione nei sei anni in azzurro. Tra assist al bacio e prestazioni superlative, il terzino portoghese ha piacevolmente stupito tutti dopo qualche anno in chiaroscuro. Ma il suo agente alla prima occasione buona non ha perso occasione per fare polemica e criticare le scelte di un allenatore che, piaccia o meno (anche agli ultras ‘mariuoli’ che nel maggio 2022 ne chiedevano l’uscita di scena in cambio della Panda), quest’anno stanno facendo la differenza.
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