Il nome di Giuseppe Conte rimbomba nel silenzio assordante di Mario Draghi

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

Mario Draghi muove i primi passi da Presidente del Consiglio dei Ministri con fare felpato. Il nuovo capo di governo è impegnato nell’applicare lo spoil system sulle cariche strategiche dello Stato. Dopo aver silurato il capo della Protezione Civile, ha sostituito il commissario all’emergenza Covid Arcuri. Prima delle nomine tecniche, l’ex governatore della Banca d’Europa è stato impegnato nell’equilibrismo politico che ha portato alla selezione della sua squadra composta da ministri e sottosegretari. Una scelta, quella del governo di responsabilità nazionale, che ha dato gioie a tutti i partiti al di fuori del Movimento 5 Stelle, colpito da una crisi di identità. Un allarme apparentemente rientrato se consideriamo che la scelta del partito di Grillo di dare a Conte un ruolo di prim’ordine nel processo di maturazione e di trasformazione sia quella definitiva per cambiare lo status dei pentastellati da “attivisti” a “iscritti a un partito”.

Secondo una ricerca condotta dal data journalist Livio Varriale, a seguito della prima lezione universitaria di Conte da ex-premier e la notizia della nomina dell’avvocato del popolo annunciata da Grillo hanno prodotto un volume di 9.700 tweets, 86.928 like, 16.722 condivisioni, 13.352 commenti nel periodo analizzato tra il 27 febbraio ed il 1 marzo. Un successo iniziato su Facebook, quando un’intervista di Conte pubblicata sulla sua pagina ufficiale ha prodotto la bellezza di 2,2 milioni di visualizzazioni condite da 240 mila reazioni, per lo più positive, e ben 40 mila commenti.

Gli argomenti principali trattati dal pubblico di Twitter in questi ultimi giorni hanno riguardato per la maggiore proprio l’ex premier seguito dal M5S e poi da Draghi con Grillo e Renzi in classifica. Secondo VarrialeLa presenza di Draghi e di Renzi in graduatoria rende ben l’idea del paragone ancora caldo tra il vecchio e il nuovo, misto a nostalgia farcita di livore verso il responsabile della caduta di Conte”.

Chi sono stati i personaggi più citati dalla massa del social del cinguettio? A confermare la tesi di Varriale figura proprio Matteo Renzi, bersaglio da mesi di insulti degli estimatori dei Giuseppe Conte, indipendentemente da una preferenza verso i 5 Stelle. In graduatoria anche Giorgia Meloni per aver espresso ironicamente la sua opinione sulla lectio magistralis di Conte. Nella top ten figura anche Luigi di Maio. Più volte definito nemico oscuro di Conte, l’attuale Ministro degli Esteri ha dato l’annuncio della notizia di Conte, rappresentando felicità e fiducia nel rinnovamento del Movimento.

La classifica dei tweets più graditi la comanda Giorgia Meloni che esprime sdegno con ironia la lectio di Conte commentando “L’ex presidente del Consiglio Conte ha tenuto ieri all’Università di Firenze una lezione dal titolo: “Tutela della salute e salvaguardia dell’economia. Lezioni dalla pandemia“. Una bella lectio “fallimentaris” sui disastri del suo Governo durante l’emergenza Covid a cui si aggiunge Beniamino A. Picone più in basso con “Colmo dei colmi: siamo il Paese in Europa che ha il peggiore calo del Pil e l’ex premier #Conte, mediocre assoluto, nella sua lectio magistralis parla di “salvaguardia dell’economia”. È proprio vero che non ha mai aperto un libro di matematica”.

Dopo la leader di Fratelli d’Italia è il turno di Selvaggia Lucarelli che sferza un colpo contro Renzi sulla vicenda Kashoggi definendo “imbarazzante e orrido che Renzi risponda alla questione Salman/Kashoggi via Twitter. Che risponda con quella vaghezza e con quella pavida ipocrisia. Lui poi, quello che rimproverava Conte per l’eccesso di utilizzo dei social e la politica non si fa con i like”. Vittorio Feltri lancia una critica a Draghi parlando di discontinuità con Conte, unitamente a Massimo d’Antoni, Cristina Correani, Nicola Porro con l’utente Senso di Nausea che chiude la polemica “La differenza tra i DPCM di Conte e quello di Draghi sono gli applausi di Borghi e Bagnai”. Chi tesse le lodi dell’Operazione Conte sono i grillini Raggi e Di Maio con Lorenzo Pregliasco da osservatore esterno che fa riferimento al “punto di equilibrio“, “riferimento dei progressisti” a cui si è portato acqua per un anno e mezzo, ora è il capo di un partito concorrente. Grande operazione politica! #Conte.