Il Parlamento l’altra sera ha approvato il decreto Ucraina, con voto di quasi tutti i gruppi parlamentari. In tutto una trentina di voti contro. Nel decreto è previsto l’invio di armi moderne e micidiali all’esercito ucraino. Si possono fare molti ragionamenti politici su questo. Anche ragionamenti filosofici. Sulla guerra difensiva, sulla guerra giusta, sulla guerra necessaria, sul diritto dei popoli di combattere con le armi un invasore. Però poi c’è un altro problema. Quell’articolo 11 della Costituzione Italiana che stabilisce che il nostro paese “ripudia la guerra come mezzo per risolvere le controversie internazionali”.

È del tutto evidente che quell’articolo è stato violato. E che il decreto è incostituzionale. In Ucraina indubbiamente c’è la guerra. L’Italia inviando armi a uno dei due eserciti in lotta interviene in modo attivo nella guerra e questo non le è consentito dalla sua costituzione. Nei giorni scorsi abbiamo raccontato come proprio durante i lavori della Costituente l’articolo 11 fu discusso e modificato. In origine c’era scritto: “L’Italia rinunzia alla guerra”. Un deputato socialista, Mario Zagari, impose la modifica: “Ripudia”. Che non lascia spazio a nessuna interpretazione: la nostra Costituzione è pacifista. Ieri questa tesi è stata sostenuta anche dal costituzionalista Michele Ainis – uno dei più noti e prestigiosi – il quale ha spiegato che c’è un solo modo per risolvere il problema: cambiare la Costituzione. Se non lo si fa, si continuano a prendere decisioni fuori della legalità costituzionale.

P.S. Ainis, che è editorialista di Repubblica, l’articolo lo ha scritto per Tpi. Siamo maliziosi e chiediamo: a Repubblica l’articolo non era piaciuto?

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