Una sconfitta bruciante
Il Partito Democratico dice addio alle “Regioni rosse”: batoste anche nei collegi “sicuri” di Toscania ed Emilia Romagna
La portata della disfatta del centrosinistra arriva anche dai clamorosi KO arrivati in quelli che al Nazareno venivano considerati “seggi sicuri”. Dietro il risultato che apre di fatto ufficialmente la crisi della segreteria Dem di Enrico Letta c’è la caduta di quelle che un tempo potevano essere considerate roccaforti della sinistra, mentre i numeri emersi dalle urne chiuse alle 23 di domenica hanno tolto ogni sicurezza al Partito Democratico.
Insomma, addio alle storiche “Regioni rosse” o quel poco che era rimasto negli ultimi anni, vista l’avanzata già evidente della destra in Umbria e Marche. Le ultime a cadere in mano alla destra sono l’Emilia Romagna, già confermata col brivido dall’attuale governatore Stefano Bonaccini nelle Regionali del 2020, ma soprattutto la Toscana.
La mazzata toscana
Qui sono diverse le cadute che fanno male al Nazareno. A partire dall’ex presidente Enrico Rossi, che si è trovato contro un secondo Rossi, Fabrizio, vicesindaco di Grosseto e coordinatore regionale per Fratelli d’Italia. Una mazzata per il due volte governatore, che non va oltre il 33 per cento contro il 40 dello sfidante che lo tiene fuori dal Parlamento.
Ma sempre in Toscana una sonora battuta d’arresto è toccata anche all’ex capogruppo Dem Andrea Marcucci: lo sfidante leghista, il senatore Manfredi Potenti, lo ha battuto nell’uninominale di Livorno col 38 per cento contro il 32 del presidente della Commissione istruzione pubblica e beni culturali.
Ma il ‘cappotto toscano’ si allarga anche ad Arezzo, dove Simona Petrucci del centrodestra (41,96) viene eletta battendo Silvio Franceschelli del centrosinistra. Nell’uninominale Prato eletto Patrizio Giacomo La Pietra, che batte il centrosinistra rappresentato da Anna Graziani (Pd). A Prato, alla Camera, l’economista Dem Tommaso Nannicini si ferma al 33% mentre la parlamentare azzurra Erica Mazzetti ottiene il 40%, così come esce con le ossa rotta anche il parlamentare uscente del PD Andrea Romano, che si ferma al 33% contro il 35 per cento della coordinatrice provinciale di Fi e consigliere comunale di Cecina Chiara Tenerini. Non ce la fa neanche Stefano Ceccanti. In Parlamento dal 2009, il costituzionalista è stato battuto per 39,8% a 35,1% dal rivale leghista Edoardo Ziello.
Le alterne fortune di Sinistra/Verdi
Il centrosinistra tiene solo a Firenze (uninominale 07), dove viene eletta Ilaria Cucchi in quota Sinistra/Verdi, che batte (40,08% a 30.03%) Federica Picchi del centrodestra. L’altra candidatura di spicco dell’alleanza ‘cocomero’ formata da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, il sindacalista Aboubakar Soumahoro, si è rivelata invece un insuccesso: è stato sconfitto per una manciata di voti da Daniela Dondi: 36% contro il 37,4%, nel collegio uninominale di Modena alla Camera.
Le altre sconfitte clamorose
Detto di Luigi Di Maio, la cui candidatura nella ‘sua’ Napoli nel collegio uninominale alla Camera di Fuorigrotta è stata rigettata come un corpo estraneo, a tutto vantaggio degli ex compagni 5 Stelle che hanno trionfato con l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa, arrivano per il centrosinistra altri risultati clamorosi.
A Sesto San Giovanni, un tempo la “Stalingrado d’Italia” per la sua forte identità operaia, a vincere nell’uninominale al Senato è stata Isabella Rauti, candidata della destra che sfidava Emanuele Fiano del PD. Un confronto simbolico per le storie personali dei due: Fiano è figlio di Nedo Fiano, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz; Rauti è figlia di Pino Rauti, storico esponente del Movimento Sociale Italiano e principale partito post-fascista del Dopoguerra.
Disfatta anche per la candidatura di Emma Bonino nel collegio al Senato di ‘Roma Centro’. La storica leader radicale e ora di +Europa ha superato in una sfida ‘fratricida’ l’ex alleato Carlo Calenda, frontman del Terzo Polo, ma è stata sconfitta da Lavinia Mennuni, consigliera comunale di Fratelli d’Italia. La Bonino resterà così fuori dal Parlamento, visto che la sua lista non sembra supererà lo sbarramento nazionale del 3 per cento. Lazio dove anche Monica Cirinnà, esponente Dem che ha portato avanti per anni battaglie per i diritti civili, ha perso il suo confronto elettorale contro la candidata del centrodestra Ester Mieli.
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