Ha molta ragione Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, quando dice che l’emergenza caldo è come il Covid. Di fatti, il cambiamento climatico fa emergere tre categorie di soggetti.

La prima, risibile (lo abbiamo visto con l’insuccesso delle liste no-vax), degli sciroccati che non riconoscono l’oggettivo aumento delle temperature. La seconda, organizzata e dominante, degli illiberali che utilizzano il problema per proporre le loro ricette di decrescita e lotta al capitalismo.
Lo abbiamo letto nel libro di Roberto Speranza, ritirato in fretta e furia dal mercato italiano ma rimasto acquistabile per un periodo su Amazon Spagna, che teorizzava come il Covid e i lockdown fossero per la sinistra un’occasione per “ricostruire un’egemonia culturale”.

Lo vediamo con i socialisti in Europa e con Timmermans e la sua idea transizione green condita da un dirigismo che ricorda i piani quinquennali sovietici. E in Italia con Angelo Bonelli, leader dei Verdi, che propone di istituire il reato di negazionismo climatico.
Che poi, anche solo la parola, negazionismo, nasconde un assolutismo giustificato solo se ci si rivolge a chi nega enormi tragedie come la Shoah. Non certo il cambio del clima.

Figuriamoci proporre un reato di opinione sul tema. In democrazia, le convinzioni errate si combattono con l’istruzione, la cultura, non certo con la censura.
Questa categoria di illiberali uniti contro il capitalismo gioca sul terrorismo per imporre una ricetta socialisteggiante. Vogliono abolire i jet privati: voi pensate per la CO2? Macché. Il problema per loro sono i ricchi. E poi, il clima è la scusa perfetta per imporre tasse e patrimoniali.

Infine, c’è la categoria degli statalisti. Quelli per cui, come per il Covid appunto, ogni scusa è buona per chiedere soldi allo Stato o per evitare di lavorare.
Va in quest’ultima categoria la proposta di Carlo Bonomi di chiedere la cassa integrazione a causa del caldo.

Ci aspettiamo a questo punto che qualcuno proponga il ripristino delle colonie fasciste: fa caldo, serve la villeggiatura a spese dello Stato. Che ne dite poi del reddito da sudore?
Giusè, fa caldo.